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di Giovanni Rossi

La Nazione, 9 agosto 2024

Bortolato (Tribunale di Firenze): quasi la metà dei posti sono vacanti. E mancano i soldi Il garante dei detenuti umbri lancia l’allarme: “Nelle nostre carceri manca davvero tutto”. Il Dl carceri appena approvato, finalizzato alla certezza della pena e assai meno focalizzato sulle condizioni penitenziarie, incendia il dibattito politico. Slitta a dopo le vacanze il colloquio chiesto a sorpresa dal Guardasigilli Carlo Nordio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul sovraffollamento degli istituti di reclusione, materia che vede l’Italia inadempiente di lungo corso. Il Capo dello Stato promulga il decreto, mentre Nordio lavora all’aumento degli organici nei tribunali di Sorveglianza (oggi 236 magistrati in 29 sedi) e a una parallela modifica della custodia cautelare affinché i detenuti tossicodipendenti scontino la pena in comunità. Ma senza fatti concreti la realtà della magistratura di sorveglianza “può essere definita drammatica”, afferma Giovanni Maria Pavarin, già responsabile del Coordinamento magistrati di sorveglianza. “Servirebbero sulla carta almeno 1000 magistrati in più”, è la stima dal campo.

Un settore complesso con criticità specifiche nei distretti di Napoli e Milano ma anche a Roma (chiamata a decidere sul 41 bis). Per Marcello Bortolato, presidente del tribunale di Sorveglianza di Firenze, “il decreto appena approvato non migliora minimamente la situazione e anzi è fattore di complicazioni”. Altro che facili slogan. “Il problema principale è la mancanza di personale amministrativo - aggiunge Bortolato: nel mio distretto ho una percentuale di ‘vacanza’ del 43,6%”. Poi c’è la cronica mancanza di fondi: “Siamo in difficoltà anche per le auto di servizio e la benzina per raggiungere le case circondariali, spesso in località remote, e fare i colloqui coi detenuti”. Problema ulteriore “l’informatizzazione da anno zero”.

Le voci contro il decreto carceri mobilitano Garanti dei detenuti, associazioni, opposizioni. Arriva persino la denuncia del Guardasigilli in sede penale per inadempienza rispetto alla situazione penitenziaria. In mattinata Matteo Hallissey, Filippo Blangino e Pietro Borsari (segretario, tesoriere e membro di Direzione di Radicali Italiani) si manifestano in via Arenula con la maschera di Nordio e le mani sporche di sangue, per poi essere fermati dalle forze dell’ordine. Poco dopo Roberto Giachetti (Italia Viva) presenta con Rita Bernardini, Sergio D’Elia e Elisabetta Zamparutti, esponenti di ‘Nessuno tocchi Caino’, un esposto denuncia ai carabinieri di piazza San Lorenzo in Lucina contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio e i sottosegretari Andrea Del Mastro e Andrea Ostellari per la situazione in cui versano le carceri. Il documento fa riferimento “alla grave mancanza di risorse interne agli istituti di pena derivante dall’ingestibile sovraffollamento che, al 29 luglio 2024, era quantificabile in 61.134 persone detenute in 47.004 posti regolarmente disponibili”.

“Negli ultimi sei anni - prosegue l’esposto - i magistrati di sorveglianza hanno riconosciuto 24.301 (circa 4.700 nel solo 2023) rimedi risarcitori per condizioni di detenzione contrarie all’umanità della pena. Gli oltre 4.000 risarcimenti ogni anno certificano in modo inequivocabile una situazione di endemica e sistematica violazione della dignità umana e delle condizioni minime di vivibilità e di rispetto dei diritti individuali” in carcere. Di qui la chiamata sul banco degli accusati di tutte le figure apicali ministeriali perché “non impedire un evento equivale a cagionarlo”. Atti “campati in aria e deboli dal punto di vista giuridico”, reagisce l’ex magistrato e parlamentare leghista Simonetta Matone.

Ma i 62 suicidi (60 uomini e 2 donne) ufficialmente censiti da inizio anno nei penitenziari italiani (nel frattempo già diventati 66) sono un grido di dolore. Secondo i dati diffusi dal Garante nazionale dei detenuti, 33 vittime sono italiane, 29 straniere. Le fasce d’età più colpite sono tra i 26 e i 39 anni (29 persone) e tra i 40 e i 55 anni (16 persone). Età media dei suicidi 40 anni. Eclatante anche il fatto che 24 vittime (quasi il 40% del totale) fossero in attesa di giudizio. “La responsabilità - spiega Giuseppe Fanfani, Garante detenuti della Toscana - è di chi si riempie la bocca di parole senza avere il coraggio di affrontare la situazione per quello che è: caldo estremo, sovraffollamento, cimici, blatte, violenza, solitudine”. Si associa Giuseppe Caforio, Garante detenuti dell’Umbria: “Nelle carceri manca tutto: scuole, laboratori, fabbriche interne, collegamenti esterni per produzioni o servizi”. E ancora: “Mancano poliziotti e quelli che ci sono fanno miracoli, improvvisandosi assistenti sociali, psicologi, con uno spirito di solidarietà umana che purtroppo a volte li travolge”. Sette suicidi nel 2024 sono il terribile prezzo pagato dagli agenti di custodia.