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di Antonella Mascali

Il Fatto Quotidiano, 12 giugno 2023

Botta e risposta a distanza tra l’Associazione nazionale magistrati e il ministro della Giustizia Carlo Nordio. L’Anm ieri ha deciso di proseguire lo stato di agitazione indetto a maggio a causa dell’azione disciplinare promossa dal Guardasigilli contro i giudici d’appello milanesi che hanno concesso i domiciliari, rafforzati dal braccialetto, al russo Artem Uss, fuggito mesi dopo. Il ministro ha ribadito di aver esercitato una sua prerogativa e ha interpretato pro domo sua dichiarazioni del presidente Sergio Mattarella sul rispetto della separazione dei poteri.

Nel documento dell’Anm si legge che l’azione disciplinare “è gravemente lesiva delle prerogative costituzionali che presidiano l’esercizio della giurisdizione” e rappresenta non solo, come “spesso in passato”, il tentativo “del governo di condizionare l’esito della giurisdizione”, ma anche un modo “di superare una impasse diplomatica”. Il riferimento è a Nordio, che ha incolpato i giudici solo dopo le proteste degli Usa che avevano chiesto l’estradizione di Uss. Per il presidente Giuseppe Santalucia “viene messo in pericolo un bene collettivo, l’indipendenza dei magistrati”.

Quanto alle riforme, “la direzione in cui da anni si incamminano ci sta allontanando progressivamente dal disegno della Costituzione”.

E nel documento dell’Anm si legge che le riforme costituzionali “mirano a modificare l’assetto ordinamentale della magistratura e ad attuare scelte organizzative controproducenti”. Nordio, che ha disertato l’invito delle toghe, ha controbattuto con una lettera che lascia “insoddisfatti” i magistrati: “L’attuazione della Costituzione è un percorso tuttora in atto, nella consapevolezza che le leggi sono l’espressione prima della sovranità popolare, opera di parlamentari eletti e politicamente responsabili. Sono le Sezioni Unite della Cassazione a scriverlo ed è stato il presidente della Repubblica a ricordarlo”.

Vero, ma per ribadire, come ha sempre fatto, che ci deve essere rispetto reciproco dei ruoli istituzionali. Ciò non vuol dire che i magistrati in merito a riforme della giustizia “non possano e non debbano esprimere opinioni” hanno rimarcato ieri diversi di loro. Nordio ha sostenuto che “mai sarà messa in discussione” l’indipendenza dei magistrati, ma pure per l’Unione camere penali, con quest’azione disciplinare, ha sconfinato.