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di Virginia Piccolillo

Corriere della Sera, 29 marzo 2024

Il Guardasigilli: “Io sono un patofobico evitante ma l’avrei fatto”. “Ilaria Salis? Sono vicino, ma la giurisdizione di un Paese è sovrana”.

Domiciliari respinti per Ilaria Salis. Ministro Nordio uno “schiaffo”?

“Umanamente mi dispiace e rinnovo la mia vicinanza. Ma la giurisdizione di un Paese è sovrana, e le polemiche politiche non aiutano”.

Il padre Salis dice che dovrebbe chiedere scusa...

“Il nostro governo ha fatto e farà il possibile per far mitigare le condizioni di detenzione. Per il resto continueremo a lavorare, preferibilmente in silenzio”.

Perché ha voluto il test psicoattitudinale?

“L’iniziativa è partita dalle commissioni Giustizia che hanno invitato il governo a introdurlo entro il 30 marzo, termine stabilito dalla legge delega. Il testo da noi elaborato ha avuto l’unanimità in Consiglio dei ministri”.

L’Anm dice che avete aggirato il Parlamento.

“Mi stupisce la grossolana assurdità. Le commissioni sono la sintesi della composizione parlamentare. Impensabile che decidano in modo difforme dalla maggioranza. L’Anm sa che è un po’ come al Csm”.

Avete cambiato il testo dopo un’interlocuzione con il Quirinale?

“Si dicono cose anche inesatte. L’Anm aveva criticato il testo senza conoscerlo, come quello sui giudici onorari. Preferirei maggiore prudenza nei rapporti di leale collaborazione. Sul Quirinale, noi siamo sempre rispettosamente attenti e sensibili ai messaggi che Mattarella ha più volte indirizzato sia al Parlamento che alla magistratura”.

E i dissidi con il sottosegretario Mantovano?

“Frottola colossale. Assoluta sintonia. Nel mio primo libro sulla giustizia nel 1997 avevo evocato anche l’esame psichiatrico. Fui chiamato dai probiviri dell’Anm a render conto delle mie idee. Naturalmente li mandai al diavolo”.

Ma da pm dove ha visto la necessità di un simile test?

“Credo che tutti i magistrati abbiano assistito ad atteggiamenti quantomeno eccentrici di qualche collega. Molti casi sono finiti al Csm, e potrei rievocarli, sia pure con il dolore di un ex magistrato. Altri sono stati coperti da verecondo riserbo”.

Il test però non è diventato un’arma a chi dopo le “toghe rosse” ha iniziato una caccia a presunte “toghe pazze”?

“Espressione impropria e bizzarra. A differenza di test psichiatrici non mira a rivelare patologie specifiche, ma l’attitudine a certe funzioni. È obbligatorio per il porto d’armi che ai magistrati è concesso per legge, sarebbe assurdo non vi fossero sottoposti”.

Dica la verità, se da pm del caso Mose le avessero fatto il test Minnesota come l’avrebbe presa?

“L’avevo fatto per mia curiosità qualche anno prima. L’avrei rifatto con piacere. Io sono un patofobico evitante, e temo gli esami del corpo. Su quelli della mente mi sento abbastanza tranquillo”.

Il test connoterà questo governo. Non snatura l’immagine di FdI che l’ha voluta ministro?

“Al contrario. Il nostro programma è incentrato sul garantismo come enfatizzazione della presunzione di innocenza e al contempo di certezza della pena. Ora aggiungiamo la garanzia di essere giudicati da magistrati equilibrati, idonei, anche psicologicamente, al loro delicatissimo ruolo”.

Gratteri dice di farlo anche a politici aggiungendo alcol e narcotest. Lei si è detto disponibile. Ma a quale?

“Nel 2021 Giorgia Meloni ha sottoposto tutti i suoi parlamentari al test antidroga, auspicandone l’estensione ai colleghi. Io sono pronto a farlo anche domani. Ma sull’alcol andiamoci piano. Una cosa è guidare ubriachi, una cosa è concederci uno spritz. Vengo dalla terra del prosecco. Mi fosse vietato potrei dimettermi: Churchill salvò l’Europa pasteggiando a champagne e con brandy come dopocena”.

Per l’Anm il Csm è usato come “foglia di fico” perché al concorso giudicheranno i professori di psicologia.

“Il dl prevede che gli psicologi siano scelti tra i cattedratici, il meglio del meglio. Che la procedura sia affidata al Csm dimostra il nostro rispetto verso l’indipendenza di questo organismo, e della magistratura in generale”.

I procuratori lanciano l’allarme su abolizione dell’abuso d’ufficio e giudizio collegiale per gli arresti. Non le vengono dubbi?

“Spesso i pm vedono le cose dalla loro sola prospettiva, trascurando quella del cittadino che viene imprigionato ingiustamente. Il giudice collegiale interviene già adesso, ma dopo una carcerazione spesso ritenuta infondata. Per questo i procuratori saranno più prudenti nel chiedere misure cautelari. Anche il sovraffollamento carcerario diminuirà. Lo stesso vale per l’abrogazione del reato di abuso di ufficio. Ogni anno 5.000 processi finiscono nel nulla. Il lavoro dei procuratori sarà snellito, non ostacolato”.

Dopo il dl Nordio la separazione delle carriere. State andando verso il controllo del governo sul pm?

“No, mai e poi mai. Il pm deve restare e resterà indipendente. Ma ciò deve comportare una limitazione dei suoi poteri sulla polizia giudiziaria, come in Gran Bretagna. Altrimenti continueremmo nell’eresia, che nessun Paese al mondo conosce, di un capo della polizia che, godendo delle guarentigie del giudice, non risponde a nessuno. Un potere senza responsabilità è inconcepibile in un ordinamento democratico”.