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di Carlotta De Leo

Corriere della Sera, 27 novembre 2024

Il ministro della giustizia: il magistrato ha il diritto e alle volte anche il dovere di dare un parere tecnico sulle leggi. Ma non di entrare nel merito politico. “Un pubblico ministero ha una libertà di espressione secondo me superiore a quella del giudice perché è parte e questo lo sarà ancora di più dopo la separazione delle carriere che faremo. Un giudice, che deve apparire imparziale, meno parla meglio è perché rischia di esprimersi su argomenti sui quali magari dopo dovrà provvedere in modo giurisdizionale”. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, torna a parlare della separazione delle carriere, uno delle riforme istituzionali portate avanti dal governo Meloni.

“Io credo che il giudice magistrato abbia il diritto, forse anche il dovere qualche volta, di dare un parere tecnico sulle leggi perché è lui che le deve applicare e poiché talvolta alcune leggi sono state fatte in modo tecnicamente discutibile” afferma Nordio a margine del convegno “Intelligenza Artificiale: il nuovo Rinascimento” organizzato a Roma da Il Sole 24 Ore. “È giustificato che i magistrati dicano `guardate che tecnicamente questa norma è non applicabile´. Quello che non possono e non devono fare è entrare nel merito politico delle leggi cioè nel merito” aggiunge.

“Noi la separazione delle carriere la faremo, non si discute su questo, vorremmo che non fosse interpretata come un attacco alla magistratura o come una forma punitiva” afferma ancora il ministro. La riforma, infatti, ha sollevato critiche e polemiche da parte della magistratura: “Abbiamo assicurato che la separazione delle carriere non è un indebolimento della democrazia, ed esiste proprio in Paesi dove la democrazia è nata come gli Usa o l’Inghilterra”.