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di Angela Stella

L’Unità, 29 giugno 2024

Sì in commissione all’articolo del Ddl sicurezza, respinti gli emendamenti delle opposizioni che denunciano: “A rischio anche gli studenti in sit-in”. Dopo una serie di sedute sconvocate nei giorni scorsi le commissioni Affari costituzionali e Giustizia alla Camera hanno ripreso ieri l’esame del ddl Sicurezza che dovrebbe arrivare in Aula il 25 luglio. In particolare i deputati hanno votato diversi emendamenti riferiti all’articolo 10 sul “daspo urbano” e all’articolo 11 sui blocchi stradali. Quest’ultimo prevede fino a un mese di carcere per chi, da solo, impedisce la circolazione su strade o binari delle ferrovie. Pena che aumenta fino a due anni se a bloccare la circolazione di veicoli o treni sono più persone insieme. Le opposizioni, con diversi emendamenti, hanno tentato di non modificare la normativa esistente, accusando la maggioranza di voler “impedire il diritto di manifestare, anche a quelli che vogliono fare un sit-in”, ad esempio agli studenti. Secondo il capogruppo di Avs in commissione Giustizia Devis Dori “il testo di questo provvedimento è stato scritto da qualcuno che aveva un manganello in mano, non una penna”.

L’articolo 11 “è noto come articolo ‘anti-Gandhi’, quello che dispone arresti per chi attua blocchi stradali con resistenza passiva. Una follia che comprime il diritto di manifestare, da oggi la nonviolenza è reato”, ha aggiunto Dori. “Siamo ancora in tempo, il governo si fermi. Il disegno di legge in tema di sicurezza urbana contiene norme sbagliate e pericolose”. E’ stato l’appello del capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi. “Siamo nella fase di voto sugli emendamenti, ma la maggioranza - spiega - va avanti: nuovi reati, criminalizzazione della resistenza passiva, galera per le donne incinte e per le madri con neonati. Stiamo assistendo da tempo ad una strategia del governo in materia di sicurezza e giustizia totalmente fallimentare. Al contrario degli annunci del ministro della giustizia Carlo Nordio, che aveva detto che l’introduzione di nuovi reati non produce maggiore sicurezza, il governo sta continuando a sfornare reati su reati”.

“Se questo provvedimento diventerà legge non risolverà i problemi presenti nelle città italiane, restringerà le libertà e non portando alcun risultato positivo indurrà il governo, anziché ad ammettere l’errore, ad adottare ulteriori provvedimenti ancora più restrittivi: finiremmo in una spirale perversa e pericolosa che deve essere subito fermata”, ha concluso il parlamentare dem.

“Con la trasformazione del blocco stradale e ferroviario da illecito amministrativo a reato di protesta di gruppo, il governo mira a colpire il diritto dei cittadini a manifestare contro quello che si ritiene sia un fatto ingiusto, criminalizza il dissenso pacifico e meramente passivo. Lo stesso prevede per la protesta pacifica in carcere, proprio mentre i suicidi nelle celle si susseguono e il disagio è diventato un’emergenza. Quello che vuole fare questo governo è veramente spaventoso”, è stato invece il commento del deputato M5S, Federico Cafiero De Raho, vicepresidente della commissione Giustizia.

Gli emendamenti delle opposizioni sono stati tutti respinti. Invece la Lega ha ritirato una serie di emendamenti che erano stati per il momento accantonati. Tra questi anche quello che prevede la non punibilità per i pubblici ufficiali che “al fine di adempiere un dovere” usano o fanno usare armi o altri strumenti di coercizione fisica anche quando “vi sono costretti dalla necessità di respingere una violenza o vincere una resistenza attiva o passiva all’autorità”. Ritirati anche gli emendamenti leghisti sull’utilizzo di strumenti di controllo di sicurezza sui mezzi di trasporto pubblico e sul divieto degli arresti domiciliari per resistenza, violenza o minaccia a pubblico ufficiale. Dietrofront anche sull’obbligo di arresto in flagranza per chi durante una manifestazione usa caschi o altro per rendere difficoltoso il proprio riconoscimento.