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primanovara.it, 21 settembre 2023

È emerso nel corso della visita alla Casa circondariale novarese promossa dai Radicali: un’iniziativa per portare comuni cittadini nei penitenziari. Il carcere di Novara è tra i migliori in Piemonte ma deve far fronte a due problematiche che vanno risolte prima possibile: l’incarico di nuovo garante dei detenuti e il potenziamento del numero di educatori, in questo momento fermo a uno quando in pianta organica ne sono previsti quattro.

Le due priorità sono state rese note ai media sabato mattina, 16 settembre 2023, quando una delegazione del Partito radicale è venuta a Novara per una visita al complesso penitenziario di via Sforzesca. Visita che si inserisce in un’iniziativa carattere nazionale di attenzione verso l’universo carcere dal titolo “Devi vedere”. Una campagna di sensibilizzazione che prevede l’ingresso di semplici cittadini nelle carceri, come ha spiegato Igor Boni, presidente di Radicali Italiani: “Questa è l’unica iniziativa porta la gente normale all’interno delle carceri. Non più solo parlamentari, consiglieri regionali, ma gente comune che per la prima volta ha la possibilità di conoscere una realtà ignota, che la società tende a nascondere”.

Tra i comuni cittadini che hanno vissuto per la prima volta l’esperienza di una visita in carcere, Luca Oddo ha raccontato di essere stato colpito “da come la comunità dei detenuti sia viva. Ci hanno offerto caffè, torte, bibite, qualcuno ha anche cantato la canzone di De Andrè “Don Raffaè” scherzando sul caffè che “pure in carcere lo sanno fa”. Per me era la prima volta e ho conosciuto qualcosa d’inaspettato”.

L’attivista novarese Nathalie Pisano ha volto evidenziare le criticità riscontrate: “La prossima partenza dell’attuale direttrice, che ha ben lavorato in questi anni, può essere un problema. Altro aspetto critico la presenza di un solo educatore invece dei quattro previsti. Altro problema da risolvere urgentemente è la mancanza del garante dei detenuti. Purtroppo dopo l’ennesima proroga don Dino Campiotti non se la sente più di ricoprire l’incarico. L’aspetto più grave però è che finora l’amministrazione comunale di Novara non si è ancora mossa per risolvere il problema. Non è stato ancora stato preparato il bando per ricoprire la carica. Lanciamo un appello al sindaco per accelerare i tempi. Bisogna che il Consiglio comunale si attivi al più presto”.

Giovanni Oteri, altro attivista ha fatto il bilancio della visita: “Novara rispetto ad altre carceri piemontesi vive una situazione migliore ma vi sono anche qui problemi da risolvere. La difficoltà di dialogare tra il detenuto e la propria famiglia, la mancanza del contatto con il personale di sorveglianza, la carenza di educatori. Il detenuto che si sente completamente isolato e che sa che il proprio futuro è bloccato proprio per la mancanza di un percorso riabilitativo interno.

Oggi abbiamo parlato con responsabile della sorveglianza che ci ha accompagnato per tutto il carcere. Il giro che abbiamo fatto è stato la classica visita nelle parti comuni, in cucina, nella biblioteca. Abbiamo parlato con il comandante della Polizia penitenziaria e ci è parso molto attivo e propositivo. Abbiamo parlato on una buona parte dei detenuti, riscontrando una forte componente emotiva. Un argomento importante è quello del lavoro in carcere che non c’è per tutti e va a rotazione. Non possiamo dire che la cosa sia ottimale. Abbiamo riscontrato buona volontà da parte del personale carcerario, questo bisogna ammetterlo che sembra molto attivo ma i detenuti sono tanti e il lavoro è poco”.

Andrea Turi dell’Associazione “Adelaide Aglietta” ha invece evidenziato un altro aspetto critico: “Su 180 detenuti ve ne sono 51 in cura al Sert, con problemi legati all’uso di stupefacenti. Sono persone per cui la prigione non è una struttura ottimale per guarire da problemi di tossicodipendenza”.