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di Marco Benvenuti

La Stampa, 26 febbraio 2023

Detenuti impegnati in progetti e azioni di recupero del patrimonio ambientale e del decoro urbano, oltre che nella manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici comunali e degli alloggi dell’Atc destinati alle persone bisognose.

Interrotta nel 2020 a causa della pandemia, riprende la collaborazione fra Comune, carcere e società cittadine per consentire ad alcune persone che stanno scontando la pena alla casa circondariale di Novara di essere utili alla collettività e al tempo stesso sperimentare opportunità lavorative in vista del futuro reinserimento.

La ripartenza dell’iniziativa è stata ufficializzata in Comune con una nuova firma del “Protocollo d’intesa per la realizzazione di percorsi di inclusione sociale dedicati al recupero del patrimonio ambientale, del decoro urbano, dell’edilizia sociale attraverso il coinvolgimento di soggetti detenuti”: vi hanno partecipato il sindaco Alessandro Canelli, la direttrice del carcere Rosalia Marino, il magistrato di Sorveglianza Marta Criscuolo, il direttore dell’Assa Alessandro Battaglino, il presidente dell’Atc Piemonte Nord Marco Marchioni e Francesca D’Aquino dell’ufficio distrettuale esecuzione penale esterna.

La prima uscita esterna dei detenuti per le strade novaresi - i gruppi sono di 8 persone al massimo - risale al lontano 2005. Si tratta di attività settimanali per un numero di 8 detenuti, variabili a seconda del periodo dell’anno. Solo per dare un’idea del lavoro svolto: nel 2014 e 2015 sono state realizzate 350 giornate impegnando 57 detenuti; fra il 2016 e il 2019, prima dello stop per la pandemia, e da quando la collaborazione si è allargata coinvolgendo anche l’Atc oltre che l’Assa, 1.000 giornate con 140 persone.

“Il Protocollo - spiega il sindaco Canelli - fa parte di un progetto noto: impieghiamo risorse umane nella cura e nel decoro della città, ma anche e soprattutto un’ulteriore sperimentazione di quelle forme di “giustizia riparativa” su cui il Comune sta lavorando da anni, grazie al prezioso supporto del Centro giustizia riparativa e delle associazioni che aderiscono a questo percorso. Azioni di tipo curativo peraltro ampiamente previste dall’ordinamento penitenziario. È bello poter ricominciare”.

Novara, ha aggiunto la direttrice della casa circondariale Rosalia Marino, “è stata fra le prime città ad avviare questo progetto che ha una doppia valenza: da una parte la restituzione sociale e dall’altra i benefici che il territorio ne trae”. Un progetto “cresciuto negli anni - ha sottolineato il giudice Marta Crisaiolo - e che, grazie all’attuale partecipazione attiva di Assa e Atc, consente ai detenuti di condurre un’attività riparativa rendendosi utili e creando successivamente le premesse per un reinserimento nella società con il vantaggio, per i firmatari del protocollo, di avere a disposizione nuova forza lavoro”. Come hanno detto i rappresentanti degli enti coinvolti, i detenuti si occuperanno della pulizia dei parchi, della sistemazione del verde urbano, della manutenzione nelle scuole e negli alloggi popolari, soprattutto quelli che devono essere sgomberati, ritinteggiati e messi a disposizione di nuovi fruitori.