di Roberto Lodigiani
La Stampa, 17 settembre 2023
“Il carcere non si racconta, lo devi vedere”: è la motivazione che ha portato una delegazione di Radicali italiani a visitare le carceri piemontesi, dando la possibilità di partecipare anche ai cittadini. Ieri mattina l’iniziativa ha fatto tappa nella casa circondariale di via Sforzesca a Novara mentre oggi sarà il carcere di Verbania.
“Lo scopo principale dell’iniziativa “Devi vedere” - spiega Giovanni Oteri, dell’associazione radicale Adelaide Aglietta di Torino - è avvicinare la società civile in un processo di consapevolezza e capire una realtà che è considerata negletta. Finora l’iniziativa ha registrato un buon riscontro. Siamo già entrati nelle carceri di Biella, Ivrea, Vercelli, Saluzzo e Torino. A inizio ottobre è prevista la visita al carcere minorile del capoluogo regionale”.
Le oltre due ore trascorse nella struttura carceraria di Novara, anche a diretto contatto con i detenuti, hanno permesso di meglio definire che “ci sono delle difficoltà di dialogo con le famiglie all’esterno - dice Giovanni Oteri -. Mancano inoltre momenti di contatto organizzato con il personale di sorveglianza. C’è da precisare che il carcere di Novara dal punto di vista delle strutture murarie è messo meglio degli altri istituti di pena piemontesi”. Igor Boni, presidente dei Radicali Italiani, evidenzia una carenza: “Dei quattro educatori che sarebbero in organico a Novara, ne è rimasto solo uno. Significa che il detenuto si sente completamente isolato perché risulta bloccato il percorso futuro di progettazione della riabilitazione”. Il radicale Andrea Turi richiama l’attenzione sul numero dei detenuti che hanno problemi con l’abuso delle sostanze stupefacenti: “Ben 51 detenuti su 182 hanno problemi di dipendenza. Il servizio Sert dell’Asl li ha presi in carico ma invece di essere curati all’esterno sono stati incarcerati. Restare in cella non rappresenta una soluzione adatta per la loro rieducazione”.
La novarese Nathalie Pisano ricorda che “è scaduto il mandato di tre anni, e già prorogato, del Garante dei detenuti. Don Dino Campiotti ha dichiarato di non ambire al rinnovo. Il Consiglio comunale di Novara al più presto dovrà occuparsi della nomina, avviando la pubblicazione di un bando per raccogliere le candidature. I Radicali furono i primi nel 2017 a chiedere la nomina del Garante dei detenuti. È una figura fondamentale essendo il trait d’union tra la direzione penitenziaria, i detenuti e tutto ciò che ha a che fare con la gestione burocratica dentro le mura”.
I momenti di maggior coinvolgimento emotivo sono stati gli ingressi nelle celle: “I detenuti ci hanno accolti offrendoci il caffè, fette di torta, bibite. Abbiamo cantato insieme le canzoni di De André - dice Luca Oddo di Vercelli -. Mi aspettavo una separazione netta tra guardie e detenuti ma è emersa una capacità di coinvolgere l’intera popolazione carceraria con l’obiettivo di convivere nel rispetto dei ruoli e creare una comunità viva, attiva pur con le limitazioni della libertà personale”.