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di Andrea Carli

Il Sole 24 Ore, 20 febbraio 2024

Nel 2023, per il secondo anno di fila crescono le presenze medie giornaliere. Minori in carcere: più di un reato su due è contro il patrimonio. E i casi di violazione della legge sugli stupefacenti sono in cima alla lista. Sono due degli elementi che emergono dal settimo rapporto sulla giustizia minorile in Italia di Antigone, presentato oggi a Roma.

I reati contro la persona sono il 22,7% dei reati a carico delle persone entrate negli istituti penali per i minorenni. La categoria di reati più frequente sono quelli contro il patrimonio, che rappresentano il 55,2% del totale dei reati a carico di tutti coloro che sono entrati negli istituti penali per i minorenni nel corso del 2023, il 63,9% se si guarda ai soli stranieri, e addirittura il 70,2% se si guarda alle sole donne. Tra i reati contro il patrimonio il più ricorrente è il furto, che pesa per il 15,1% del totale dei reati a carico di tutti coloro che sono entrati in IPM nell’anno, e addirittura il 35,6% per le sole donne.

I reati contro l’incolumità pubblica (10,6% del totale) sostanzialmente coincidono con le violazioni della legge sugli stupefacenti, che rappresentano il 10,2% del totale dei reati a carico di chi è entrato negli istituti nel 2023, e il 14,5% se si guarda ai soli italiani. Questi numeri, se si guarda agli ingressi nel 2022, erano rispettivamente il 6,9% e l’8,6%. Di fatto - osserva Antigone -, se si confrontano i delitti a carico delle persone entrate nel corso del 2022 con quelle entrate nel 2023, la crescita maggiore è quella registrata appunto per le violazioni della legge sugli stupefacenti, che sono aumentate del 37,4% in un solo anno.

Al 15 gennaio 2024 i ragazzi, minori e giovani adulti, detenuti nei 17 istituti penali per minorenni di Italia erano 496. Le donne erano 13, il 2,6% dei presenti, gli stranieri 254, il 51,2% dei presenti, dunque più della metà. L’istituto con più presenze era il Beccaria di Milano, con 69 ragazzi, quelli con meno erano Quartucciu in Sardegna, con 8 ragazzi presenti, e Pontremoli in Toscana, unico istituto interamente femminile d’Italia, con 8 ragazze. Le altre 5 ragazze presenti erano distribuite tra Napoli e Roma.

Mai così tanti dal 2012 - Per il secondo anno di fila, osserva ancora Antigone, crescono le presenze medie giornaliere. La crescita del 2022 (382 presenti in media, 62 in più dell’anno prima) aveva però un significato in parte diverso. Venivamo dalla pandemia da Covid-19 che aveva determinato un significativo calo delle presenze, e la crescita poteva semplicemente rappresentare un ritorno alla “normalità”. Con la crescita registrata nel corso del 2023 (425 presenti in media, 53 in più) si superano i numeri degli anni passati e come abbiamo visto si arriva a gennaio del 2024 a sfiorare le 500 presenze.

Gli stranieri - Gli ingressi dei ragazzi stranieri in carcere nel corso del 2023 sono stati 557, ovvero il 48,7% del totale dei 1.143 ingressi negli istituti penali per i minorenni. La sovra-rappresentazione dei ragazzi stranieri si attenua parzialmente se si guarda alle comunità. Nel corso del 2023 gli ingressi in comunità dei ragazzi stranieri sono stati il 38,7% del totale degli ingressi. Quasi il 60% di essi riguardava l’applicazione di una misura cautelare. Solo il 12,4% aveva fatto ingresso con un provvedimento di messa alla prova, a fronte di oltre il 18% dello stesso dato riguardante ragazzi e ragazze italiani. Qunto alla provenienza geografica dei ragazzi stranieri, la presenza più consistente è rappresentata da ragazzi provenienti dal Nord Africa (in particolare Marocco, Tunisia, Egitto), che hanno rappresentato il 76,8% del totale degli ingressi di stranieri negli istituti e il 61,9% del totale degli ingressi di stranieri nelle comunità.

Situazioni di sovraffollamento - Dal rapporto viene fuori che per la prima volta dopo tanto tempo, alcuni istituti penali per i minorenni hanno iniziato a riscontrare situazioni di sovraffollamento. È questo il caso degli istituti di Milano, Treviso, Torino, Potenza e Firenze dove, al momento della visita dell’Osservatorio di Antigone, il numero di ragazzi ospitati superava le capienze regolamentari. A Torino la direzione è stata costretta per qualche giorno a predisporre dei materassi a terra. A Firenze, la stanza solitamente utilizzata per l’isolamento sanitario è stata adibita a camera di pernottamento. A causa della carenza di spazi, l’istituto di Nisida ha smesso di ospitare ragazze detenute, dovendo destinare tutti gli ambienti a sezioni maschili.

Passi indietro con il decreto Caivano - Secondo Antigone, il cosiddetto “Decreto Caivano” ha introdotto una serie di misure che “stanno avendo e continueranno ad avere effetti distruttivi sul sistema della giustizia minorile, sia in termini di aumento del ricorso alla detenzione che di qualità dei percorsi di recupero per il giovane autore di delitto. L’estensione delle possibilità di applicazione dell’accompagnamento a seguito di flagranza e della custodia cautelare in carcere - osserva ancora l’associazione - stravolge l’impianto del codice di procedura penale minorile del 1988 e sta già determinando un’impennata degli ingressi negli istituti penali per i minorenni. L’aumento delle pene e la possibilità di disporre la custodia cautelare in particolare per i fatti di lieve entità legati alle sostanze stupefacenti - comma 5 di quell’art. 73 che costituisce in assoluto l’attore principale del nostro sistema penale - continuerà a determinare un grande afflusso di giovani in carcere anche in fase cautelare”.