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di Aldo Torchiaro

Il Riformista, 3 dicembre 2023

Il ministro in Aula riferisce fatti noti e contrattacca, la giustizia super partes è nell’interesse di tutti. Davide Faraone (Iv) rilancia: avanti con riforme di Nordio. “Il governo può essere messo a rischio da una forma di opposizione giudiziaria”: sulle parole del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, sulle quali si è ricamato a lungo, il titolare del dicastero di via XX Settembre ha riferito in aula ieri.

E se è stato Benedetto Della Vedova di +Europa, un garantista che viene dalle fila del partito radicale, ad aver richiesto l’audizione urgente del Ministro, c’è da immaginare che volesse andare a vederne le carte più per consonanza che per scetticismo. Perché il tema della magistratura associata che opera per correnti politicizzate è notorio. E l’opposizione giudiziaria un fatto storicamente accertato e difficilmente contestabile: c’è anche un manuale che illustra le istruzioni per l’uso politico della giustizia.

Lo ha scritto il capo della magistratura associata, Luca Palamara, nel momento in cui l’ha lasciata. Nel suo bestseller “Il Sistema” ha dettagliato come funziona il bilancino del contropotere giudiziario: con quali accordi interni, per quali vie sotterranee, attraverso quali canali la magistratura associata decida chi mettere nel proprio mirino. Il come, il perché viene dopo. Con l’installazione di decine di trappole, di telecamere, di captatori sui telefonini del politico-target: alla fine qualcosa deve venire fuori, l’obiettivo deve essere raggiunto.

Colpito e possibilmente, affondato. Basta l’apertura di un’indagine, e non la sua conclusione, a segnare il cammino di una maggioranza di governo, a silurare l’esperienza di un politico. Ecco che le avvertenze di Crosetto, più che destare preoccupazione, suonano sin troppo scontate all’orecchio dei garantisti. E chi sperava di far risuonare nell’Aula di Montecitorio le circostanze precise di una qualche trama, è rimasto deluso.

“C’è un tentativo di mistificazione delle mie parole: le rileggo in italiano come lo saprebbe interpretare un qualunque bambino delle elementari: ‘a me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni’ Ho detto che a me raccontano di incontri segreti, di cospirazioni? No”. E Crosetto è andato avanti per diradare ogni polverone: “Io non attaccherò mai la magistratura e quando c’è stata la necessità di rivolgermi a un magistrato per denunciare dei fatti gravi l’ho fatto e se vi ricordate quest’estate anche lì da solo.

Se vi ricordate questa estate abbiamo discusso del caso dossier, che è ancora in corso e che mi auguro arriverà alla fine, che parte da una mia denuncia coraggiosa, ai magistrati. C’erano cose di cui sono stato informato da denunciare? Mi sono affidato alla magistratura, perché io ho totale fiducia nella magistratura”. D’altronde, è ancora il pensiero del ministro Crosetto, “Non penso che possa esistere una riforma della giustizia che vada contro la magistratura”.

E difatti: “Non si può pensare a un conflitto permanente tra la magistratura e la politica”, ha ribadito. Tuttavia, se richiesto, Crosetto si è detto pronto a “portare in aula decine di frasi che mi preoccupano”. E poi ha incalzato: “Ho sollevato un problema perché non ho paura di nulla, sono pronto a venire altre mille volte in Parlamento. Qualcuno ha detto che ho detto queste cose perché temo le inchieste. No, in 60 anni non sono mai stato sfiorato da nulla”.

Racconta di aver ricevuto numerosi attestati di solidarietà: “In questi giorni ho ricevuto dei messaggi: ‘sei un pazzo’, ‘che coraggio’, ‘farai la fine di Craxi’, ‘ti sei reso un obiettivo’… Sono illazioni, non sarò un obiettivo per nessuno”. Poi entra nel cuore della questione: “Io mi chiedo: il ruolo della magistratura è quello di riequilibrare la volontà popolare? È possibile che in questo Paese non si possa fare una riforma della giustizia? Sarà un caso che dal ‘92 - De Mita ‘92, D’Alema nel ‘97 - ci sia stato un sommovimento che ha bloccato ogni tipo di riforma? Io non penso che si possa fare una riforma della giustizia contro la magistratura. Io penso che chi ha responsabilità deve essere terzo”.

Crosetto si concede anche una battuta: “Voi mi avete tirato per i capelli che non ho a parlare di questo in un giorno in cui non sto bene, ma non mi sottraggo… Non mi sottraggo, perché ritengo un tema fondamentale non quello della magistratura contro il governo, ma quello di ridefinire gli ambiti in cui costituzionalmente ogni organo dello Stato deve esercitare il suo ruolo e potere…”. Nessun passo indietro, dunque, ma anche una fotografia che inquadra lo stallo in cui versa la riforma della giustizia. E su questo punto i garantisti hanno fatto sentire la loro voce. “Le parole del ministro Crosetto sono da sottoscrivere punto per punto”, ha detto Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera.

“La domanda però resta la stessa: perché Giorgia Meloni non fa partire le riforme, anche per dare sostanza alle proposte di Crosetto e del guardasigilli Nordio? Il tema degli innocenti stritolati nella macchina della giustizia è sempre più pressante: il governo ha intenzione di muoversi concretamente? Accogliamo con soddisfazione la disponibilità reiterata anche oggi dal titolare della Difesa, di tornare presto in Aula per consentire un dibattito ampio aperto a tutti i gruppi. Servono proposte di legge da votare in fretta, non tesi da convegno”, conclude.

Della Vedova non è soddisfatto, alla fine replica: “Non ha risposto nel merito”. Crosetto e Della Vedova si rivedono fuori dall’Aula, alla buvette. Hanno tutti e due la gola secca e davanti a loro, in fila, c’è Elly Schlein. Il deputato di +Europa torna a stuzzicare il ministro, chiedendogli conto anche delle presunte interferenze sulla magistratura del sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, denunciate dal quotidiano ‘Il Domani’. “Hai chiamato in causa me ma in realtà volevi Mantovano”, scherza Crosetto, congedandosi. Il clima torna disteso. Ma la questione dell’opposizione giudiziaria rimane, ed è drammaticamente grave, quali che siano gli obiettivi del momento a Palazzo Chigi.