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di Antonio Scolamiero

Corriere del Veneto, 23 novembre 2023

Superamento della violenza di genere in collaborazione con il Bo. È questo il filo rosso che lega la prefettura di Padova e l’istituzione accademica, che ieri hanno presentato un’iniziativa pubblica “Un altro domani-indagine sulla violenza nelle relazioni affettive”, sul tema, appunto, della prevenzione della violenza di genere e del femminicidio, in programma martedì 28 novembre 2023, alle 18, presso la Sala dei Giganti di Palazzo Liviano.

“Una casualità del tutto non voluta”, ha esordito il prefetto Francesco Messina, illustrando l’iniziativa assieme alla pro rettrice con delega alle pari opportunità, Gaya Spolverato, che ha ricordato l’importanza di fare rete tra istituzioni, “soprattutto per affrontare fenomeni di questa portata e affrontarli da prospettive differenti”. “Mi piace ricordare che l’ateneo sin dalla sua costituzione - ha ricordato la professoressa - è partner del tavolo per prevenire e promuovere un protocollo per il contrasto alla violenza contro le donne.

E l’incontro del 28 è un tassello di questo percorso. Facciamo attività quotidiane per i nostri studenti e per il nostro personale, tanto è vero che a dicembre lanceremo un corso dal titolo “equità e inclusione” che verterà proprio sui temi dell’inclusione e della giustizia sociale”. Inevitabile nel corso della presentazione toccare il tema che in questi giorni sta tenendo banco e che ha colpito l’opinione pubblica, ovvero l’uccisione della giovane studentessa del Bo Giulia Cecchettin per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta. “Occorre superare gli stereotipi per arrivare alla parità di genere che ancora non c’è”, esordisce sull’argomento il prefetto, che poi spiega tecnicamente la situazione.

“Il tema dei femminicidi è presente da anni e ogni volta che muore una donna subiamo l’impatto emotivo: è una sconfitta di chi fa questo lavoro, perché la nostra finalità, parlo da ex poliziotto, resta sempre quella di salvare vite”. “Il tema è - aggiunge - che i reati di femminicidio stanno scendendo, sono 40 rispetto ai 51 dello scorso anno. E affermo questo perché la definizione che noi troviamo nella convenzione di Istanbul, purtroppo, non fa parte del nostro codice penale e da qui nasce l’equivoco che si trasforma qualsiasi omicidio di una donna sic et sempliciter in femminicidio”.

“In queste situazioni - spiega ancora il prefetto - occorre intervenire con tempestività assoluta quando si manifestano i primi segnali, e le norme che il Senato di appresta ad ampliano i comportamenti tipici ai quali il questore può riferirsi per emettere l’ammonimento, uno strumento validissimo che viene emesso in una fase in cui il maltrattante può essere recuperato, ma soprattutto un momento in cui una vita può essere salvata”.

Il prefetto ha infine sottolineato di non essere preoccupato dalle manifestazioni che si stanno ripetendo in diverse città, Padova compresa: “È giusto che la società risponda - ha chiosato - ma bisogna tener presente che questa è una guerra che si vince in orizzontale, facendo rete, perché esiste un momento nel ciclo della violenza in cui la vittima sottovaluta la situazione e crede di poterla gestire da sola. È questo il momento in cui si deve intervenire e il confronto del 28 è orientato anche a questo scopo: addetti ai lavori che parlano, informano e si confrontato con tutti. Perché, ripeto, questa è una guerra di tutti”.