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di Alice Ferretti

Il Mattino di Padova, 19 settembre 2022

In una lettera inviata al giornale i carcerati mettono sotto accusa servizi e condizioni igienico sanitarie della casa di reclusione. Non si fermano le lamentele dei detenuti della Casa di reclusione Due Palazzi.

A pochi mesi dall’esposto presentato in Procura con la specifica richiesta di “celeri e approfondite indagini” sul sistema sanitario, per cui è stata chiesta però l’archiviazione, gli ospiti del carcere portano avanti la loro battaglia per avere condizioni di vita “più dignitose”.

Qualche giorno fa, 164 detenuti dei blocchi 3 e 4, sezioni A e B, della casa di reclusione di via Due Palazzi, hanno mandato al nostro giornale un documento, firmato e sottoscritto da tutti, corredato da una lettera che ancora una volta vuole portare a galla una serie di criticità diventate ormai “insopportabili”.

Il documento è suddiviso in 14 punti dove i carcerati snocciolano ogni singolo problema. Si parla del fatto che il tavolo per la preparazione degli alimenti e il frigorifero si trovino proprio di fianco al water, che nelle celle ci sia solo acqua fredda, che le stesse siano infestate dalla presenza di scarafaggi che “in orario notturno circolano sopra i letti”. A nulla, dicono, servirebbero le “sporadiche disinfestazioni”. Il perimetro dell’istituto poi, denunciano, sarebbe “stracolmo di maleodorante immondizia, la quale attira centinaia di gabbiani che sorvolano le aree dedicate ai passaggi, piovono continuamente escrementi”, e di notte “spazio ai ratti”.

Non solo. Le celle sarebbero fredde e umide perché “nonostante le proteste e le varie raccolte firme i termosifoni vengono portati a temperatura solo due o tre ore al giorno, nelle restanti ore sono solo tiepidi, la temperatura interna è proibitiva con umidità che causa problemi di salute perfino ai detenuti più giovani”. Con la pioggia e il vento poi “le camere si allagano” e i muri “sono pieni di muffa” e gli impianti elettrici e idraulici “non a norma e possibile causa di infortunio”. La struttura sarebbe “fatiscente” costruita “decenni orsono con pannelli di cemento decompresso con polistirolo espanso utilizzato generalmente in attività industriali, agricole o in locali adibiti al ricovero di animali”.

Sempre facendo riferimento agli spazi, i detenuti sottolineano come lo spazio calpestabile nelle celle sia “inferiore a 3 metri quadri per persona” e in più ci siano letti inadeguati che “provocano fortissimi dolori alle articolazioni”.

Ci sarebbero poi difficoltà anche per quanto riguarda lavoro e attività all’interno del carcere. Il lavoro offerto dall’amministrazione sarebbe “scarso” e i tempi d’attesa “superiori a un anno”. L’attività ricreativa “in una piccola saletta con possibilità di sedere per solo dieci persona fronte delle quarantacinque unità presenti in ogni sezione”. La comunicazione con gli educatori avverrebbe “a distanza di mesi se non anni” e le sale per i colloqui sarebbero di “piccole dimensioni con effetto doppler generato dalla struttura stessa, conversazioni con estrema difficoltà”.

A tutto questo si aggiunge l’ormai nota lamentela per la sanità interna al carcere che viene apostrofata come “di facciata” poiché “per esami che andrebbero fatti con urgenza i tempi di attesa a volte superano anche un anno”, e in caso di emergenza “l’intervento del medico spesso avviene solo dopo lunghe ore di attesa”. Il servizio radiologico interno addirittura sarebbe “inutilizzato in quanto privo di personale specializzato”.

Dunque, come sintetizzano nel punto finale della loro denuncia, sarebbero sottoposti a “condizioni disumane che causano anche attriti tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria”.