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di Michela Nicolussi Moro

Corriere del Veneto, 2 marzo 2024

Piano del ministero di Giustizia per le carceri venete: in arrivo educatori e agenti. Team anti-suicidi. L’ennesima protesta scoppiata ieri al Due Palazzi di Padova (580 reclusi a fronte di 308 poliziotti) dopo la morte nel sonno di un detenuto, riaccende i riflettori sulla difficile situazione delle carceri del Veneto. Dopo i 5 suicidi avvenuti a Montorio in cinque mesi il 18 febbraio gli avvocati della camera penale veronese hanno proclamato lo sciopero della fame a staffetta. Il 19 febbraio un 23enne recluso nel carcere di Santa Maria Maggiore, a Venezia, per rapina a mano armata ha dato fuoco ad alcuni fogli di giornale nella sua cella e ha accusato la Polizia penitenziaria di averlo picchiato, causandogli un’emorragia interna che lo ha portato al ricovero d’urgenza e al trasferimento a Montorio. La Procura ha aperto un’inchiesta per lesioni.

L’autorità giudiziaria di Padova ha invece disposto l’autopsia sul trentenne colto da morte naturale al Due Palazzi, dove sarebbe dovuto restare fino al 2028 per reati collegati allo spaccio di stupefacenti. Evento al quale è seguita, alle 10, la contestazione di alcuni magrebini, rientrata per l’intervento dei poliziotti e altri detenuti. Nuovi focolai di rivolta nel pomeriggio. “Alle 16.30 nel IV Blocco - denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato di Polizia penitenziaria) - prima una colluttazione tra detenuti, poi l’aggressione agli agenti, due dei quali finiti al Pronto Soccorso.

Alle 18.30 disordini nel II Blocco, dove un detenuto, urlando “Allah è grande” e brandendo una bomboletta di gas, minacciava di far saltare tutti. La polizia ha risolto la situazione dopo una lunga mediazione, ma sono violenze inaudite e inaccettabili. Il quadro nelle carceri è sempre più critico - chiude Capece, che sollecita i sottosegretari alla Giustizia, Andrea Delmastro e Andrea Ostellari, a vedere di persona cosa accade - da decenni chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo di quelli presenti in Italia, per fare scontare le loro pene nei Paesi d’origine. E la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari, per accogliere i detenuti con disturbi mentali, sempre più numerosi”.

Il sistema Giustizia non sta a guardare. Tutte gli istituti di pena del Veneto hanno un direttore, il 5 marzo riceveranno un contingente di nuovi educatori (4 solo a Montorio) e hanno attivato protocolli e team anti-suicidio insieme alle Usl. Educatori, agenti e personale medico degli istituti di pena collaborano con psicologi e psichiatri delle Usl per seguire con programmi personalizzati i detenuti con gravi disagi. Inoltre per il Due Palazzi e Montorio sono stati nominati due nuovi comandanti della polizia penitenziaria (a Verona ne è stato assegnato uno proveniente dalla Lombardia), incaricati di progettare con i vertici delle strutture una riorganizzazione interna e intanto, per affrontare in tutta Italia la carenza di personale, sono stati indetti nuovi concorsi per funzionari contabili e poliziotti. Il governo ha previsto l’assunzione straordinaria di mille agenti: i primi 250 entrano in servizio in aprile. Altri 5100 saranno pronti entro l’anno e ulteriori 2500 nel 2025.

Quanto a Ostellari nell’ultimo anno e mezzo ha visitato il Due Palazzi cinque volte e in tutto il Veneto sta potenziando il numero di educatori e personale sanitario, infatti dieci giorni fa ha incontrato l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin. Sul tavolo pure l’incremento dei posti di lavoro per i detenuti: ministero della Giustizia e Cnel hanno avviato una cabina di regia per favorire l’ingresso di aziende nei penitenziari e un mese fa il sottosegretario ha incontrato i vertici della Camera di Commercio di Padova. Al Due Palazzi è disponibile uno spazio di 300 metri quadri in ristrutturazione. Si è visto che i detenuti occupati non creano problemi e una volta usciti di cella non tornano a delinquere (i recidivi sono il 40%). Infine una nuova circolare impone ai reclusi protagonisti di disordini il trasferimento fuori regione.