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di Matilde Bicciato

Corriere del Veneto, 3 aprile 2024

Dal Ministero della Giustizia garanzie per nuovi fondi. Dal 1 febbraio un decreto del Ministero della Giustizia ha deciso di aumentare lo stipendio degli psicologi penitenziari che, in tutta Italia, da circa 17 euro lordi all’ora sono arrivati ad incassarne 30. Un’apparente vittoria che nasconde però un rovescio della medaglia dal momento che, non riuscendo così a rientrare nel budget annuale previsto per il sostegno delle prestazioni professionali per l’osservazione e il trattamento delle persone detenute il monte orario di lavoro previsto per il 2024 è sceso da 256 a 125 ore mensili in totale per le 5 professioniste impegnate (6 ore settimanali ciascuna).

Un ulteriore passo falso che concorrerebbe a minare la già insufficiente disponibilità di personale addetto anche alla tutela del benessere dei detenuti. Un esempio: per i circa 600/700 detenuti della Casa di Reclusione del Due Palazzi sono infatti preposti al loro sostegno 1 psichiatra, 5 psicologi penitenziari (gli ex articolo 80 forniti dal Ministero della Giustizia) e 2 psicologi ambulatoriali (forniti dall’azienda Ospedaliera).

Sono poche le ore complessive di servizio ed è poco il personale, ma invece tante le mansioni che sarebbero richieste per far sì che i detenuti possano avere garantiti i servizi basilari dedicati alla loro persona. E’ un unico psichiatra in carcere, con la maggior parte delle sue ore mensili, a dover gestire le incombenze che riguardano la salute mentale dei carcerati, perché le restanti figure sono o impegnate nella gestione delle persone affette da tossicodipendenza o nella stesura delle sintesi ad personam (che garantiscono ai detenuti sconti e variazioni di pena).

Servizi fondamentali che rischiano di essere un evento tanto raro quanto irregolare nella vita della popolazione carceraria, che diventa sempre più sconosciuta agli occhi di chi può e deve aiutarla. “Non possiamo continuare a interpellare professionisti con riforme che vogliono essere a costo zero”, spiega Ornella Favero, la direttrice della rivista del Due Palazzi Ristretti Orizzonti. “C’è bisogno di quelle figure che dovrebbero essere quelle preposte alla prevenzione di tutte le azioni tragiche che ormai siamo abituati a sentire. Senza personale si rischia. La conta dei morti suicidi in carcere è desolante”. Talvolta, come viene spiegato dallo psichiatra del Due Palazzi Giordano Padovan, per i detenuti (come per chiunque altro) il malessere e il disagio possono addirittura passare per un primo ulteriore peggioramento prima di lasciar spazio al miglioramento e alla guarigione. Una guarigione che non sempre è possibile se il trattamento psicologico e psichiatrico non sono costanti e personalizzati. Sono molte le richieste che ogni giorno vengono rivolge al Ministero della Giustizia: all’orizzonte la promessa di stanziamento di nuovi fondi ripristinare l’ammontare originale delle ore degli psicologi penitenziari, nonché per la creazione di strutture dedicati ai detenuti che necessitino di particolari cautele.