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di Eleonora Camilli

La Stampa, 20 novembre 2023

Il missionario comboniano: “Il governo non si occupa degli ultimi. Crescono i senzatetto per gli affitti troppo alti, è una vergogna”. “I poveri non hanno nessuno che parli per loro, la politica non se ne interessa. Eppure sono sempre di più, perché basta davvero poco per finire in miseria”. Missionario comboniano, a 85 anni padre Alex Zanotelli non smette di essere vicino ai più deboli. Passato dagli slums di Korogocho, in Kenya, al rione sanità di Napoli, vive aiutando i senza dimora della città, senza smettere di gridare contro le ingiustizie del mondo: “È incredibile che nessuno faccia nulla per aiutare chi soffre e non è accettabile, è una vergogna per tutti noi”.

Padre Zanotelli, l’ultimo rapporto diffuso dalla Caritas fotografa un’Italia sempre più povera e diseguale, dove le persone in povertà assoluta sono in aumento, un fenomeno ormai strutturale...

“Certo che è strutturale, al rione Sanità tutto questo che si tocca con mano ogni giorno. La gente comune è sempre più impoverita e senza via d’uscita. Ma questo è dovuto al sistema economico in cui viviamo, che è piramidale e prevede che chi è in cima abbia sempre di più per accrescere la sua ricchezza, mentre chi è in basso ha sempre meno. E va sempre peggio”.

Papa Francesco parla di uno scandalo per la società...

“È uno scandalo e un fallimento della società e della politica, dei governi tutti e di questo governo. Quello che mi meraviglia è che nessuno abbia voluto fare una patrimoniale per tassare i ricchi, eppure lo scopo del governo dovrebbe essere quello di redistribuire la ricchezza, perché ognuno abbia qualcosa, un posto dove stare, un pezzo di pane da mangiare”.

Non vede nessuna azione di aiuto alle persone in situazione di indigenza?

“No, non vedo nulla, anzi stiamo andando sempre più a picco. L’obiettivo di questo governo è proteggere quelli che stanno in alto, mentre i poveri non hanno nessuno che parli per loro. Lo trovo davvero incredibile, vedo troppe persone finire in strada facilmente. E non parlo degli stranieri, che pure ormai sono vessati da leggi oppressive che oltre a rendergli la vita impossibile ne fanno anche manodopera a basso prezzo. Parlo degli italiani. A Napoli ne assistiamo moltissimi, diventati senza dimora da un giorno a un altro”.

Quali sono le cause che portano le persone in strada?

“Io lavoro tanto con i senza fissa dimora. In questo momento ci stiamo preparando al periodo invernale, offriamo docce e lavanderie, ma anche assistenza medico legale a chi ha perso tutto. Solitamente, tra i cinquemila che assistiamo in strada, ci sono soprattutto uomini, le ragioni della loro povertà sono diversi, in molti dopo la separazione dalla moglie hanno perso la casa. Ormai basta davvero un nulla per ritrovarsi senza niente. Inoltre, c’è il problema della casa, gli affitti qui stanno crescendo in maniera paurosa. Al rione Sanità c’è ormai parecchio turismo, non si trova più una stanza, tutti i bassi napoletani finiscono per diventare bed and breakfast per turisti americani. Le persone normali sono espulse dalla città o costrette alla vita in strada”.

I dati ci dicono anche che ormai in Italia c’è una povertà intergenerazionale o ereditaria, chi nasce povero difficilmente riesce a riscattarsi da una situazione di indigenza, se non dopo diverse generazioni. È un fenomeno che anche lei sta osservando?

“Sì, chi nasce povero lo rimane. E Napoli per me è un osservatorio privilegiato di tutto questo: nelle zone che io frequento ci sono pochissime possibilità di riscatto. Continuo a dire che un antidoto può essere la scuola, eppure nelle periferie registriamo un tasso altissimo di abbandono scolastico. E quando un ragazzino lascia la scuola che fa? Più che andare a spacciare e diventare preda per la camorra non può fare, non ha altro modo di guadagnarsi il pane”.

Bisognerebbe, dunque, investire di più nella scuola?

“La scuola apre la mente e dà una reale opportunità, soprattutto a chi ha meno. Ma nella scuola non si investe. Qui al rione Sanità, l’istituto più importante, il Caracciolo fino a qualche anno fa aveva 600 studenti, poi è stato accorpato a un altro istituto, Isabella D’Este e oggi ne ha 60, sto lottando con tutte le mie forze per riportare i ragazzi a scuola. Ma se si sposta un istituto così importante da una zona che ne ha bisogno si genera solo una catastrofe educativa. Quella scuola funzionava bene, era un fiore all’occhiello, invece oggi registriamo tassi altissimi di bocciature e abbandono scolastico. Così non c’è alcuna speranza di futuro per le nuove generazioni, servono i servizi, serve la scuola”.

Che altro bisognerebbe fare?

“Ci vuole la politica, quella seria, che deve assumere il tema della povertà come sua priorità. L’errore che è stato fatto di eliminare il reddito di cittadinanza senza pensare ad alcuna reale alternativa sta ora dando i suoi frutti. Lo vediamo chiaramente, ci sono sempre più famiglie in sofferenza. Questo aiuta la diffusione anche di fenomeni come l’usura su cui guadagna, però, solo la camorra. È un dramma nel dramma, poi le famiglie non sanno più uscirne. C’è troppa gente che sta soffrendo, bisogna ripartire da un sostegno reale, dalla politica dal basso, ma in questo momento è difficile trovare qualcuno che se ne interessi. Non certo chi ci governa”.