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palermotoday.it, 7 dicembre 2022

Vogliamo un garante per i nostri diritti”. Trecento carcerati firmano una lettera che inviano a stampa e istituzioni. Un altro problema urgente è l’accesso alle cure e alle viste mediche: c’è un solo medico di base per 1.300 detenuti e mancano i medici specialisti

Una lettera per denunciare le condizioni in cui vivono. Arriva dal carcere Pagliarelli l’appello lanciato dai detenuti che vivono in condizioni di difficoltà per via delle condizioni igienico-sanitarie in cui versa la casa circondariale. “L’istituto - si legge nella lettera controfirmata da più di 300 detenuti - non è funzionale nelle grandi cose come nelle più piccole e banali della quotidianità. Qui combattiamo il freddo in inverno e il caldo torrido in estate, essendo l’impianto di riscaldamento non funzionante e il vitto che ci viene distribuito è immangiabile”.

I detenuti richiedono delle ispezioni immediate per trovare una soluzione alle tante problematiche relative al diritto alla salute. “Ci viene negato pure il diritto di mantenere l’igiene personale, le celle sono sprovviste di acqua calda e docce” spiegano ancora. “In tantissime carceri siciliane infatti è negato il diritto stesso alla vita, proprio perché le strutture fatiscenti e i servizi assenti non garantiscono bisogni primari ai detenuti e alle detenute. Attualmente in Sicilia esiste soltanto un garante regionale dei diritti dei detenuti, che non può garantire ispezioni costanti in tutto il territorio” spiegano di contro i militanti di Antudo. 

“Se la civiltà di un paese di misura dalle condizioni delle sue carceri, l’Italia è un paese m*rda! Amnistia!”. Così recita lo striscione esposto la scorsa notte a Palermo davanti al carcere Pagliarelli, in solidarietà ai detenuti e le detenute. “I detenuti non solo subiscono la negazione della loro libertà, vivendo in celle sovraffollate, affrontando costi elevati legati all’acquisto dei beni all’interno del carcere, ma devono fare i conti anche con condizioni sanitarie inaccettabili” affermano ancora i militanti di Antudo. 

“Da mesi chiediamo che venga istituita la figura del garante comunale dei diritti dei detenuti - concludono - ma per quanto riguarda la città di Palermo, ancora nessuna risposta da parte delle istituzioni”. Infatti secondo la nota diramata dai detenuti, un altro problema urgente è l’accesso alle cure e alle viste mediche: c’è un solo medico di base per 1300 detenuti e mancano del tutto i medici specialisti. L’appello è dunque quello di costruire un percorso di lotta che possa spingere le istituzioni dello Stato a prendere dei provvedimenti seri.