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La Repubblica, 1 giugno 2023

Accusato di stalking, era stato dichiarato incapace di intendere e di volere. Ma nessuno l’ha mai liberato. Ora farà causa allo Stato. Un detenuto dimenticato agli arresti domiciliari per quasi due anni, anche se era stato assolto nel processo penale. La vicenda riguarda un uomo di 49 anni, con qualche problema mentale, arrestato il 25 settembre 2020 a Giardinello, in provincia di Palermo, con l’accusa di stalking.

Otto mesi dopo, il 19 maggio del 2021, l’uomo era stato assolto in primo grado per incapacità di intendere e volere, e per lui era stata disposta la misura di sicurezza del ricovero in una struttura assistita, in cui però non è mai stato trasferito. Nessun cambiamento anche dopo la conferma della sentenza in appello, avvenuta il 20 ottobre 2021. Il protagonista di questa storia è rimasto agli arresti domiciliari: di fatto dimenticato, anche perché nel frattempo era morto il suo difensore e nessuno si era curato di lui.

Sono stati i carabinieri a rendersi conto della situazione del quarantanovenne, che vive in condizioni disagiate, in campagna. I militari hanno chiesto e ottenuto la nomina di un difensore d’ufficio per cercare di aiutarlo. Ad assisterlo ora sono gli avvocati Rocco Chinnici, Luigi Varotta e Francesco Foraci, che hanno ottenuto la revoca dei domiciliari e ora preannunciano che faranno causa allo Stato per l’ingiusta detenzione patita dall’ex imputato dimenticato dallo stesso Stato.