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di Carmine Di Niro

L’Unità, 2 giugno 2023

Era stato assolto, eppure è rimasto per quasi due anni agli arresti domiciliari senza saperlo. Il motivo? L’avvocato che lo aveva assistito era deceduto. È la storia che vede protagonista un 49enne sottoposto a misura cautelare il 25 settembre 2020 a Giardinello, in provincia di Palermo, per stalking. Il 19 maggio dell’anno seguente l’uomo viene assolto in primo grado per incapacità di intendere e volere e viene disposta la misura di sicurezza del ricovero in una struttura assistita, ma quel provvedimento non viene mai eseguito, anche dopo la conferma della sentenza in Appello il 20 ottobre 2021. Il 49enne, con qualche problema mentale, è rimasto ai domiciliari perché senza una difesa concreta ed effettiva a causa della morte dell’avvocato che lo aveva assistito in quella causa. Sono stati i carabinieri, spiega l’Ansa che racconta la vicenda, a richiedere la nomina di un difensore di ufficio per cercare di aiutarlo, viste le condizioni disagiate in cui viveva il 49enne. Ad assisterlo quindi sono arrivati gli avvocati Rocco Chinnici, Luigi Varotta e Francesco Foraci.

“Ci siamo attivati per aiutare questa persona, dopo aver cercato di comprendere per quale titolo si trovasse sottoposto ancora sottoposto alla misura dei domiciliari - dicono i legali - Si tratta di una vicenda umana che evidenzia quanto sia importante il ruolo del difensore nel processo. Abbiamo ricostruito l’iter della posizione giuridica del soggetto con la collaborazione delle cancellerie e il pm ha immediatamente disposto la scarcerazione perché non vi era più alcun titolo che potesse giustificare il regime coercitivo al quale era sottoposto. L’uomo è tornato in libertà il 29 maggio quando in realtà doveva essere scarcerato il 19 maggio 2021. Si tratta di una detenzione di due anni sine titulo, e stiamo valutando le azioni giudiziarie da intraprendere nei confronti del Ministero della Giustizia per il risarcimento dei danni subiti”.