sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

 

di Salvo Palazzolo

La Repubblica, 16 agosto 2023

Il Garante per i detenuti Pino Apprendi ha visitato la struttura che oggi accoglie 1.335 reclusi, ce ne dovrebbero stare al massimo 1.164. “E gli agenti sono pochi”. “Sono stati giorni d’inferno a Pagliarelli”, racconta Pino Apprendi, il garante per i detenuti di Palermo, appena uscito dal carcere dove ha incontrato le ospiti del reparto femminile. “Nei giorni più caldi - dice - la temperatura è arrivata fino a 42 gradi. Mentre i numeri dei detenuti continuano a crescere in modo vorticoso”. Dovrebbero essere 1.164, sono 1.335. “Un sovraffollamento del 15 per cento”, è l’ennesima denuncia del Garante. “Dato reso ancora più drammatico dalla carenza cronica di agenti della penitenziaria: la notte, un solo poliziotto deve sorvegliare due reparti. Una situazione francamente complessa, che provoca una condizione di stress nel personale, che è l’anello debole di tutto il sistema in crisi: gli agenti sono spesso presi di mira con aggressioni piccole e grandi, e devono farsi carico anche dei detenuti con problemi psichiatrici. È il vero tema da affrontare”.

Pagliarelli rispecchia la situazione delle altre 23 carceri siciliane. Piene di detenuti con un forte disagio psichiatrico: “Non dovrebbero stare neanche in carcere”, dice Apprendi, 73 anni e quasi trenta a occuparsi della condizione di chi sta dietro le sbarre. Come consigliere comunale, deputato regionale, fondatore e presidente dell’associazione Antigone Sicilia e, dallo scorso aprile, nel ruolo di garante per le persone detenute del Comune di Palermo, figura mai esistita prima. Non usa mezzi termini: “Così com’è strutturato, il carcere è un inferno”.

Nei mesi scorsi è stata annunciata l’apertura di un reparto psichiatrico a Pagliarelli: “Spero che non si trasformi in un ospedale psichiatrico giudiziario - dice Apprendi - strutture che sono state ormai abolite dal 2013. Oggi dovrebbero esserci le Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, ma in Sicilia sono in numero insufficiente”. In tutta l’Isola ci sono solo un ex ospedale psichiatrico giudiziario, a Barcellona, e due Rems, strutture sanitarie che accolgono gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi: sono a Naso e a Caltagirone.

E, intanto, dietro le sbarre c’è un disagio crescente. L’ultima relazione del garante nazionale per i detenuti rivela che l’anno scorso in Sicilia ci sono stati 9 suicidi, 54 tentativi e 740 atti di autolesionismo. Quest’anno i suicidi sono sei, due sono stati ad Augusta dopo un lungo sciopero della fame su cui adesso indaga la procura di Siracusa diretta da Sabrina Gambino. L’ultimo episodio, invece, nel carcere di Ragusa, ha riguardato un giovane di 26 anni, sposato e padre di due figli. Si è impiccato, e adesso c’è un’inchiesta della procura. Mentre la famiglia chiede come sia stato possibile che gli agenti non si siano accorti del gesto che il giovane stava mettendo in atto.

Ieri mattina, Apprendi ha incontrato le 75 ospiti del reparto femminile. “Un modo per non dimenticare le due detenute che si sono uccise a distanza di 24 ore, a Torino”. Il reparto femminile di Pagliarelli è un’oasi nel sovraffollamento del carcere: le celle sono anche grandi, con due ampie finestre. “Ma le storie delle donne che ho incontrato sono drammatiche - racconta ancora il garante. Una giovane di Catania ha chiesto di essere riavvicinata alla sua città o di avere i domiciliari, per prendersi cura del figlio disabile. Una migrante vorrebbe invece non lasciare il carcere: “Io non ho una casa, non so dove andare”, mi ha detto. Lei verrà scarcerata a fine anno”.

Per l’emergenza carceri, il ministro Nordio ha detto di voler aprire le caserme in disuso. “A Palermo non ce ne sono - dice Apprendi - ma è comunque un’idea che definirei bizzarra, non è possibile creare altri ghetti. Bisognerebbe piuttosto favorire l’applicazione delle misure alternative. Tante persone non dovrebbero neanche stare dietro le sbarre”.