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di Marco Belli

gnewsonline.it, 30 novembre 2022

Un Manuale redatto in lingua italiana e spagnola completa il percorso di cooperazione internazionale avviato nel 2019 fra il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il Governo e le autorità del sistema penitenziario di Città del Messico e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine in Messico. Il documento “Il programma di pubblica utilità nel sistema penitenziario. Testimonianze dall’Italia per il Messico”, redatto da Unodc Messico e presentato lo scorso agosto nella capitale messicana in edizione spagnola, è stato illustrato oggi a Palermo nel corso della cerimonia di sottoscrizione del protocollo d’intesa per la ripresa delle attività di pubblica utilità nel capoluogo siciliano.

Una cooperazione internazionale che ha avuto inizio con l’interessamento di Unodc Messico per il modello italiano di programma di pubblica utilità “Mi riscatto per Roma” e successivamente con diverse attività di collaborazione, scambi di esperienze e di studio per adeguare la normativa dello Stato di Città del Messico e implementare così la pubblica utilità nel sistema penitenziario. Ne è nato il Progetto “De vuelta a la comunidad” per favorire il reinserimento sociale delle persone detenute che potrebbe presto diventare un modello di riferimento da esportare in altri Paesi dell’America Latina.

Il documento descrive il quadro normativo e le finalità alla base del lavoro di pubblica utilità, così come previsti dall’art. 20-ter dell’Ordinamento Penitenziario e raccoglie le testimonianze di direttori e operatori sui progetti attuati in tre istituti italiani: la Casa di reclusione di Milano Opera, la Casa circondariale di Roma Rebibbia Nuovo Complesso “Raffaele Cinotti” e, appunto, quella di Palermo Ucciardone. Tre anni fa Roma e Palermo ospitarono la visita dei delegati Unodc e del sistema penitenziario di Città del Messico che vennero in Italia proprio per studiare da vicino il modello di lavoro di pubblica utilità realizzato col progetto “Mi riscatto per…”.

Nella suggestiva Sala Onu del Teatro Massimo di Palermo sono intervenuti il Capo del Dap Carlo Renoldi e il Sindaco di Palermo Roberto Lagalla. Con loro il Direttore generale dei detenuti e del trattamento del Dap Gianfranco De Gesu e il Responsabile dell’Ufficio centrale lavoro detenuti del Dap Vincenzo Lo Cascio. In videocollegamento da Città del Messico, il Manuale è stato presentato, per Unodc, dal Rappresentante in Messico Kristian Hölge, dalla titolare dei progetti sulla giustizia e la prevenzione dei delitti Nayely Sánchez Estrada e dalla coordinatrice del progetto “De vuelta a la comunidad” Martha Orozco Reyes. Per le autorità dello Stato di Città del Messico sono intervenuti il responsabile del Sistema federale penitenziario Hazael Ruiz Ortega, il responsabile delle carceri statali Omar Reyes Colmenares e, in vece del Presidente del Tribunale superiore di giustizia Rafael Guerra Álvarez, la magistrata Lilia Romero. Sempre in collegamento hanno infine preso la parola l’Ambasciatore italiano in Messico Luigi De Chiara (con un videomessaggio), una rappresentante dell’Ambasciata del Messico in Italia, nonché il Responsabile Messico di Enel Green Power José Navarro.

“Dal 2019 a oggi è stato svolto un percorso di cooperazione istituzionale particolarmente fruttuoso, che ha visto l’esperienza dell’Amministrazione Penitenziaria italiana diventare un punto di riferimento, una buona prassi da sottoporre ad altre realtà carcerarie”, ha ricordato il Capo del Dap Carlo Renoldi. “È una esperienza che ci rende molto orgogliosi e siamo lieti di aver contribuito con il nostro apporto al consolidamento di prassi positive sul versante del reinserimento sociale delle persone detenute”.

Gli ha fatto eco il Rappresentante Unodc in Messico Kristian Hölge: “Credo che questo Manuale possa essere un punto di riferimento per sviluppare altri programmi in futuro, come è stato per Città del Messico. Tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno dei partner che hanno partecipato al progetto. Primo fra tutti il Ministero della Giustizia italiano, perché il programma “De vuelta a la comunidad” si basa sull’esperienza italiana. L’Italia è stata, è e continuerà a essere sempre un grande punto di riferimento, che ci ha dato l’ispirazione iniziale e che ci ha accompagnato durante tutto il processo”.