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di Miriam Di Peri

La Repubblica, 11 settembre 2022

Il leader della Dc Nuova ha dato il via a uno sciopero della fame “a staffetta” (un giorno ciascuno) tra i dirigenti e i militanti del partito. Mentre il resto del centrodestra in imbarazzo si barcamena tra gli elettori siciliani glissando sul sì o no al reddito di cittadinanza - cavallo di battaglia di FdI a livello nazionale - Totò Cuffaro nuota controcorrente. Lo fa puntando il dito contro le modifiche alla misura di sostegno inserite nel decreto Aiuti in vigore dallo scorso 15 luglio, che tagliano fuori dall’elenco dei beneficiari i condannati, anche se hanno scontato la pena, prima che siano trascorsi dieci anni dalla scarcerazione.

L’ex governatore condannato per favoreggiamento alla mafia in piena campagna elettorale ha puntato i riflettori su carceri e carcerati. Ha dato il via a uno sciopero della fame “a staffetta” (un giorno ciascuno) tra i dirigenti e i militanti della Dc per chiedere “una carcerazione più umana e la salvaguardia dei diritti dei detenuti”. E ora lancia una battaglia per allargare le maglie del reddito di cittadinanza a chi ha scontato una pena. “Una stortura - dice Cuffaro - che mi viene segnalata da Salvo Imperiale, uno dei nostri consiglieri al Comune di Palermo”. Un consigliere eletto con ben 1.300 voti, raccolti in prevalenza nel centro storico, dove ha un grande radicamento. Un fedelissimo che l’ex governatore definisce “da sempre vicino alle persone più bisognose”.

“Perché un condannato che ha scontato la sua pena, che è stato rieducato e reinserito nella società, ma che non riesce a trovare lavoro, non ha diritto a percepire il reddito di cittadinanza?”, è lo sfogo di Cuffaro, che si spinge a definire la misura “la più importante riforma del welfare degli ultimi decenni”. Per l’ex governatore “sembra quasi che sia in atto una manovra in favore dell’esclusione sociale, dei favoritismi alla criminalità organizzata pronta sempre a reclutare manovalanza”. Dunque la promessa elettorale: “La Dc chiederà di sospendere le modifiche contenute nel decreto aiuti”. La sfida all’ultimo voto passa anche dagli ex detenuti.