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di Liana Milella

La Repubblica, 19 ottobre 2022

Il Garante nazionale dei detenuti interviene sul caso di Napoli e chiede che i Comuni si attengano a criteri rigidi nella scelta di queste figure. Con l’Anci già sottoscritto un protocollo. Ioia aveva una pena accessoria interdittiva ai pubblici uffici che avrebbe potuto escluderlo.

Sono le otto di mattina quando Mauro Palma legge WhatsApp e scopre la notizia dell’arresto a Napoli del Garante dei detenuti Pietro Ioia. E il primo sentimento che prova è “sconcerto sul piano istituzionale”. Quando Repubblica lo chiama per sapere cosa pensa della vicenda il Garante nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà ormai la notizia è diffusa ovunque e Palma ha già reagito con un comunicato. Adesso al telefono dice subito che “si augura che Ioia possa dimostrare la sua piena innocenza”.

Ma è proprio convinto che questo Garante di Napoli ce la faccia a provare di non aver fatto quello che gli contestano?

“Non lo so perché non conosco niente dell’indagine. Ma mi auguro che possa farlo”.

Perché se lo augura?

“Perché, anche se impropriamente, il suo caso porterebbe un discreto su tutti i Garanti territoriali che di certo non lo meritano”.

Beh, una storia così, se venisse confermata, getterebbe davvero una luce oscura su tutti i Garanti che ogni giorno entrano nelle patrie galere.

“Vediamo un aspetto positivo...”.

Davvero ce ne sarebbe uno? E quale mai sarebbe?

“Quello di regolarizzare la nomina dei Garanti locali da parte dei Comuni, secondo linee guida che con un accordo con l’Anci noi abbiamo già predisposto”.

Dica la verità, lei aveva già avvertito qualche crepa nel sistema di scelta di queste figure che hanno indiscutibilmente un ruolo molto delicato?

“Sicuramente ho riscontrato molta disomogeneità, per cui il mio protocollo con l’Anci prevede regole rigorose per tutti nella scelta dei Garanti”.

Senta, ma visto il passato di Ioia, secondo lei l’ex sindaco de Magistris è stato...diciamo... un po’ superficiale nell’affidargli questo incarico?

“Certamente il sindaco avrà fatto una valutazione complessiva tenendo presente la vicinanza di Ioia a molte associazioni che si occupano di carcere. Forse andava considerata di più quella che mi risulta essere una pena accessoria interdittiva ai pubblici uffici che lui aveva avuto”.

E questa avrebbe potuto essere una causa di esclusione per lui?

“È ovvio che la nomina dei Garanti dev’essere al di là di ogni possibile dubbio. Indipendente dal loro passato. Devono garantire assoluta indipedenza e professionalità. Detto questo va sempre considerato che il Garante nazionale è un’istituzione e realtà diversa dai Garanti territoriali. E quindi il mio potere di interferenza è inesistente”.

Mi sta dicendo che lei comunque non avrebbe potuto dire a De Magistris questo Garante non va bene?

“No, non avrei potuto farlo. In un caso precedente, in cui una Garante aveva messo su Facebook la foto del presidente del Consiglio Draghi paragonandola a quella di un detenuto per fatti di terrorismo, ero intervenuto con il sindaco dicendogli che il consiglio comunale avrebbe dovuto riflettere sulla capacità istituzionale di questa Garante. Ma più in là non sono potuto andare. Ma il consiglio comunale l’ha poi rimossa”.

Ammetterà che proprio in questo momento politico, con il governo di centrodestra in via di definizione, e con partiti che sposano la linea dura sulle carceri, una storia come quella di Napoli rischia di avere consegue...

“Non credo. Come Garante nazionale mi misuro con tutti i governi di qualunque colore riconoscendo la loro funzione istituzionale. E quindi sono certo che anche con il futuro Esecutivo si potrà trovare la volontà comune di far funzionare al meglio il carcere”.