sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Francesco Mannarino

calabriadirettanews.com, 16 ottobre 2023

L’Associazione Italiana Mediatori Penali, A.I.Me.Pe, opera dal 2017 in ambito di mediazione penale e penale minorile promuovendo la cultura della giustizia riparativa. Da maggio 2023 è attivo all’interno della Casa Circondariale di Paola un progetto sulla giustizia riparativa “Caino & Abele a Confronto”, grazie della sensibilità della Direttrice Dott.ssa Emilia Boccagna, la quale si ritiene soddisfatta dei risultati ottenuti e della partecipazione sempre più consistente dei detenuti, e dell’impegno costante e partecipativo del corpo di polizia penitenziaria dell’istituto stesso ed in particolare dell’Ispettore Ercole Vanzillotta.

Il progetto è gestito dalla Dott.ssa Mariacristina Ciambrone, Presidente dell’A.I.Me.Pe e dalla Dott.ssa Maria Spizzirri, Mediatore Penale e Penale Minorile e Tesoriere A.I.Me.Pe ed operano una volta a settimana all’interno dell’istituto. Finalità del progetto è porre in evidenza la falsa logica che separa il mondo tra “buoni” e “cattivi”, piuttosto di porre in evidenza una giustizia che ha come obiettivo quello di tessere relazioni equilibrate e rispettose della dignità che è in ogni persona umana e di riparare gli strappi e le ferite che il male genera all’interno della comunità.

Tutto ciò all’interno della Casa Circondariale viene eseguito attraverso una pratica riparativa che è quella dei Restorative Circles, i cosiddetti Circoli di Restauro, dove gli stessi attraverso dei laboratori esperienziali, affrontando diverse tematiche quali: la gestione della rabbia, la responsabilizzazione dell’autore di reato, il perdono, riescono a mettersi a nudo e a lavorare sul danno causato alla società e sulle potenziali vittime e sulle ferite che si sono autoinflitte. Durante uno degli incontri è stata data loro la possibilità di scrivere la così detta Apology, lettera di scuse alle persone a cui hanno arrecato un danno oppure alla società stessa. Riportiamo qui una parte di un Apology scritta da un detenuto, accusato di omicidio, rivolta ai familiari della vita.

“Il nostro doveva essere solo un chiarimento e invece la situazione è degenerata… Da circa 5 anni mi trovo in carcere per l’omicidio di mio cognato, spesso penso a questa disgrazia, la definiscono tale in quanto non era mia intenzione uccisero.” “Non pensavo mai di macchiarmi di un omicidio. Non ho mai pensato di togliere la vita a qualcuno. So che dopo questi episodi la vita cambia radicalmente, la famiglia non troverà mai più pace, le feste non avranno mai più senso, e tutto non sarà più come prima.” “In questi ultimi mesi di detenzione ho avuto modo di intraprendere il percorso di giustizia riparativa che mi ha fatto riflettere tanto sui miei sbagli e su come questa vicenda avrebbe potuto avere un epilogo diverso.” “Non pretendo di essere perdonato, né compreso e né capito, vorrei soltanto che queste parole arrivassero a voi affinché vi arrivi il mio dolore e il mio pentimento. Spero un giorno di potervi incontrare e di poter essere perdonato per ciò che non avrei voluto mai che accadesse”

Questo tipo di pratica riparativa dà la possibilità al detenuto di mettere nero su bianco sensazioni ed emozioni che difficilmente riuscirebbe ad esternare di persona, allo stesso tempo ha la capacità di rivedere l’errore commesso e di dare l’opportunità alle vittime di ricevere parole di scuse, di pentimento e di cambiamento.