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di Francesca Borgonovi* e Laura Palmerio**

Corriere della Sera, 23 dicembre 2023

I risultati choc dello studio della IEA International Civic and Citizenship Study (ICCS): i ragazzi di terza media “tiepidi” su parità di opportunità e stipendio uomo-donna. E uno su 5 pensa che gli uomini siano più qualificati delle donne come leader politici. In Italia ogni anno sono centinaia le vittime di femminicidio. La violenza contro le donne è, tuttavia, la manifestazione estrema di una mancanza di parità che purtroppo persiste tra uomini e donne nella nostra società. Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha toccato profondamente la società italiana e anche il mondo della scuola e ha posto al centro dell’attenzione il ruolo che la comunità educativa deve svolgere per raggiungere l’Obiettivo 5 di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che mira a raggiungere la parità di genere entro il 2030. Le istituzioni scolastiche hanno il dovere e la responsabilità di contribuire a prevenire la violenza contro le donne e educare le nuove generazioni al rispetto reciproco e alla parità di genere. Per prevenire e contrastare la violenza maschile nei confronti delle donne e la violenza domestica il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha annunciato lo stanziamento di 15 milioni di Euro per favorire percorsi educativi destinati agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

Questi interventi sono necessari ma viene da chiedersi se non manchino di ambizione - data la natura facoltativa e opzionale del programma - e se possano essere abbastanza incisivi, rivolti come sono ai ragazzi delle scuole superiori. Molta attenzione è stata riservata nelle scorse settimane ai risultati dello studio OCSE PISA, in particolare al triste primato dell’Italia: il paese in cui il divario di genere nelle competenze in matematica tra i quindicenni a favore dei maschi è più pronunciato. Tuttavia, per comprendere quanta strada ci sia da fare per promuovere la parità di genere in Italia e riflettere, se si vuole veramente cambiare, sul valore di un’azione precoce, è importante allargare lo sguardo e analizzare a fondo i dati dello studio della IEA International Civic and Citizenship Study (ICCS) che sono stati pubblicati pochi giorni prima dello studio PISA. L’indagine si è svolta nella primavera del 2022 e ha coinvolto oltre 4000 studenti 13-14enni dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado.

Lo studio ICCS rivela dati sconcertanti su come già prima dell’ingresso alle scuole superiori molti - troppi - ragazzi dichiarino atteggiamenti che sono poco in linea con una vera parità tra uomini e donne in ambiti chiave utilizzati per identificare il livello di parità di genere, quali la partecipazione al mondo del lavoro e la rappresentanza politica.

Lo studio mostra che solo il 63% degli studenti maschi indica di essere molto d’accordo con l’affermazione che uomini e donne dovrebbero avere la stessa retribuzione quando fanno lo stesso lavoro. Ci si dovrebbe consolare per il fatto che il 28% indica di essere d’accordo? Ma perché dire che sono d’ accordo e non molto d’accordo? La scelta di questa opzione di risposta lascia pensare che la loro convinzione non sia esattamente granitica. Tra le ragazze ben il 91% dichiara di essere molto d’accordo e solo l’8% di essere d’accordo. Inoltre ben il 9% dei ragazzi, ma solo l’ 1% delle ragazze, indica di non essere d’accordo o di non essere per nulla d’accordo che uomini e donne dovrebbero avere la stessa retribuzione quando fanno lo stesso lavoro. Sembra poco ma è praticamente la differenza che c’è tra 1 su 10 e 1 su 100.

Sempre sulla stessa linea, solo il 48% degli studenti maschi dichiara di non essere per nulla d’accordo che quando non ci sono molti posti di lavoro disponibili, gli uomini dovrebbero avere più diritto a un posto di lavoro rispetto alle donne. Tra le ragazze questa percentuale è dell’80%. Inoltre, ben il 21% dei ragazzi, ma solo il 6% delle ragazze, dichiara di essere molto d’accordo o d’accordo che gli uomini dovrebbero avere più diritto delle donne a un posto di lavoro quando non ce ne sono molti disponibili. Secondo i dati dell’ultima rilevazione del 2016 dello European Social Survey, in Italia il 25% degli uomini dichiara di essere molto d’accordo o d’accordo che gli uomini dovrebbero avere più diritto delle donne a un posto di lavoro quando non ce ne sono molti disponibili, un dato non molto diverso da quello che si osserva tra i ragazzi delle scuole medie sei anni più tardi.

Sono emerse differenze altrettanto marcate quando ai ragazzi e alle ragazze sono state chieste le loro opinioni sulla parità di genere in politica. Ad esempio, il 21% dei ragazzi, ma solo il 5% delle ragazze, è d’accordo o molto d’accordo che gli uomini siano più qualificati delle donne per essere leader politici. Il 32% dei ragazzi e il 13% delle ragazze non è d’accordo o non è per nulla d’accordo che ci debba essere lo stesso numero di uomini e donne in parlamento. Infine, mentre tra i ragazzi il 76% è molto d’accordo che uomini e donne debbano avere pari opportunità di far parte del governo, tra le ragazze la percentuale sale al 92%.

Infine, quando ai ragazzi e alle ragazze è stato chiesto se gli uomini e le donne dovrebbero avere gli stessi diritti in ogni ambito, il 91% delle ragazze, ma solo il 69% dei ragazzi, ha indicato di concordare fortemente con quest’affermazione, l’8% delle ragazze e il 24% dei ragazzi ha indicato di concordare con quest’affermazione, e mentre solo l’1% delle ragazze ha indicato di non concordare con quest’ affermazione, lo ha invece fatto ben il 7% dei ragazzi. In Italia, alla fine del percorso di scuola secondaria di primo grado, solo il 16% degli studenti partecipanti allo studio ICCS ha indicato di essere in scuole in cui il dirigente scolastico riportava la possibilità per gli studenti di frequentare corsi opzionali sulle questioni di genere (ad esempio, equità di genere, stereotipi di genere e diversità di genere). La media nei paesi partecipanti era del 26% e nella Spagna delle molte recenti riforme per rafforzare la protezione delle donne questo dato si assestava al 47%. L’omicidio di una giovane ragazza, Giulia, per mano di un suo coetaneo ci porta a riflettere, ancora una volta, sull’importanza di lavorare fin dall’infanzia alla creazione di relazioni positive e paritarie tra maschi e femmine e di supportare e sostenere attivamente chi si adopera per promuovere il cambiamento.

*Responsabile del team su Analisi delle Competenze presso il Centro Ocse per le competenze

**Responsabile Area indagini internazionali Invalsi