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La Repubblica, 9 aprile 2024

La Commissione Carcere risponde ai giovani avvocati. Nei giorni scorsi abbiamo appreso da fonti giornalistiche locali che una delegazione A.I.G.A., nazionale e locale, ha visitato la struttura penitenziaria di Parma in data 28 marzo u.s., accedendo ad alcune delle aree ricreative comuni, quali il teatro e le salette colloqui avvocati/famigliari e ad alcuni locali destinati a lavorazioni industriali. La Camera Penale di Parma, nell’ottica di mantenere sempre alta l’attenzione sulle condizioni di vita nelle carceri, apprezza l’iniziativa di A.I.G.A., tuttavia non può non manifestare perplessità sul giudizio conclusivo espresso, che pare avulso dalle vicende attuali che hanno interessato anche gli Istituti Penitenziari di Parma.

Attraverso la nostra Commissione Carcere, insieme all’Unione Camere Penali, ci spendiamo da svariati anni nell’analisi delle problematiche attinenti l’espiazione delle pene e delle misure cautelari in carcere, attraverso ispezioni di tutte le aree detentive nelle quali si dispiega la vita detentiva (camere detentive, salette ricreative interne, locali passeggi, locali infermeria e SAI); l’ascolto dei detenuti, l’acquisizione e la verifica delle segnalazioni inviate, restando in costante interlocuzione con i garanti per le persone private della libertà personale.

E’ recente la protesta pacifica attuata attraverso lo sciopero della fame di 114 detenuti ristretti nella sezione di Alta Sicurezza che hanno così denunciato problemi sia strutturali del sistema penitenziario nel suo complesso, sia attinenti ad aspetti della vita quotidiana quali il vitto somministrato, il numero/modalità dei colloqui telefonici e tramite skype, l’annosa problematica, segnalata anche al Comune di Parma, in ordine al reparto SAI, che non riesce come dovrebbe a garantire condizioni di assistenza sanitaria intensificata a detenuti affetti da gravissime patologie.

L’iniziativa dei detenuti è stata autorevolmente sostenuta anche dalla Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, Prof.ssa Veronica Valenti. Infine, ma non per importanza, la triste conta dei suicidi, che in Italia ha raggiunto il numero di ben 32 vittime (compresi 3 agenti della Polizia Penitenziaria) dall’1 gennaio e che ha interessato anche il carcere di Parma, dove a marzo scorso si è tolto la vita un giovane di 29 anni. Alla luce delle sintetiche considerazioni sopra svolte, cari amici di A.I.G.A., le condizioni attuali della struttura penitenziaria di Parma sono tutt’altro che accettabili, nonostante l’innegabile impegno profuso dal personale penitenziario, costantemente sotto organico e del personale dirigenziale.

La realtà degli Istituti Penitenziari di Parma è sicuramente complessa e saremmo ben lieti di condividere, con i colleghi di A.I.G.A. e delle altre associazioni locali interessate, l’impegno a vigilare sul rispetto dei diritti primari garantiti dalla Costituzione anche e soprattutto ai detenuti in carcere, al fine di posare i mattoni necessari alla costruzione di una società più giusta e civile.

Il Consiglio Direttivo e la Commissione Carcere della Camera Penale di Parma