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di Graziella Balestrieri

L’Unità, 22 novembre 2023

“L’educazione affettiva? Mi piacerebbe che la scuola si occupasse del rispetto per l’altro: donna, omosessuale...” “Le donne spesso non vengono credute, anche le forze dell’ordine hanno bisogno di una formazione”. In Italia dal 2 gennaio ad oggi sono 102 le vittime di femminicidio. Il femminicidio è l’apice di una violenza che parte da lontano. Ne parliamo con Emma Bonino.

Qual è ruolo degli uomini di fronte a tutto questo?

Lo dico da anni alle riunioni femminili e femministe: guardate che non dovete sbrigarvela da sole, dovete assolutamente coinvolgere gli uomini. Quindi vedo con piacere, anche se molto in ritardo, sfogliando le pagine dei giornali e leggendo alcuni editoriali, che qualcuno ha iniziato a dire: “ma in effetti siamo parte principale di questo problema, c’eravamo distratti (tono ironico eh)…” . Benvenuti! Comincia -mi sembra- timidamente e con grandissimo ritardo, ad apparire sullo schermo l’assunzione di responsabilità o forse meglio qualche senso di colpa di uomini editorialisti. A loro dico: bene, così almeno iniziamo a seppellire quello stereotipo insopportabile del “se l’è cercata”.

Quando si sente dire “è lei che lo ha portato a comportarsi così”…

Beh in effetti io vedo pochissime donne andare in giro con il motosega! Eppure anche le donne sono frustrate, magari hanno perso il lavoro. Che poi un’altra forma di giustificazione è: ah ma lui aveva perso il lavoro, era depresso, turbato… E perché, le donne non sono depresse o turbate? È fondamentale che questo stereotipo cominci a rompersi, anche attraverso l’ammissione del fatto che l’uomo è parte integrante del problema, se non proprio il problema principale. Mi dispiace che per tanti anni i gruppi femminili e le femministe non mi abbiano ascoltato, era sempre un fai-da-te, parlarsi tra di noi. Non sono mai stata ascoltata su questo, e non so perché.

La donna percepisce uno stipendio più basso rispetto a quello di un uomo: non è lo Stato che autorizza questa mortificazione ?

Sì. Questo lo abbiamo denunciato Ho visto non so quanti articoli ben documentati sulla disparità di salario. È colpa di un altro fenomeno, ovvero che le competenze e il merito non sono valorizzati. Sono valorizzati altri criteri. Però adesso voglio dire a questi uomini che cominciano a prendere coscienza, che non si mettano seduti, ma che si diano da fare . Io ho lanciato questa “suggestione”: vorrei vedere una grande manifestazione organizzata da uomini, con uomini in piazza, insieme alle donne ma vorrei che venisse organizzata da loro e che pubblicamente rendano esplicito e plastico questo loro “ripensamento”. Non mi importa di sapere se in queste piazze si possono portare le bandiere…. è un genere di dibattito che non mi interessa. Mi interessa che questa assunzione di responsabilità non si limiti ai sensi di colpa che non aiutano nessuno, ma che si muova in direzione di un maggiore attivismo, di attività esplicita e pubblica.

Si parla molto di educazione affettiva e di introdurla come materia scolastica. Ma la famiglia in tutto questo?

Passa molto dalla famiglia ma non tutto. Perché i ragazzi oggi e gli uomini di oggi non è che hanno solo la famiglia come unico riferimento. Ci sono anche i social, che spesso hanno una funzione veramente deleteria. Ci sono i gruppi a scuola, i bulli. La famiglia è un punto di riferimento molto importante, però stiamo attenti perché ci sono stimoli che arrivano da molte altre parti.

Non è anche colpa del linguaggio dei media che tende sempre a giustificare il maschio?

Certo, è proprio un riflesso condizionato che fa parte dello stereotipo di cui parlavamo prima. E tornando alla famiglia, le devo dire che ho profonda pena, ma veramente profonda, non solo per la famiglia di Giulia ma anche per i genitori del ragazzo in questione, i quali passeranno la vita con i sensi di colpa, a chiedersi dove avranno sbagliato, perché non hanno visto. Mi pare che il padre del ragazzo abbia detto: “sarà dura ma è pur sempre mio figlio” e che “quando me la sentirò andrò dai genitori di Giulia”. Alla fine, in modo completamente diverso, ma sono due famiglie “distrutte”.

Anche perché non si parla di ambienti degradati, anzi…

È un fenomeno che attraversa generazioni, ceti sociali, è veramente trasversale e questo è il dramma della situazione, dove non è proprio facilissimo trovare delle soluzioni. Per esempio, l’educazione affettiva che io non so bene in cosa consista francamente e chi se ne occupa prima o poi ce lo spiegherà. Bisognerà prima formare i formatori, perché è una materia molto delicata e c’è qualche ignorante che la confonde con l’educazione sessuale. Stiamo parlando di una cosa per il momento vaga. Più modestamente a me piacerebbe che la scuola si occupasse del rispetto dell’altro, che sia donna, disabile, omosessuale o altro. Il rispetto dell’altro che è ovviamente previsto dalla Costituzione ma che è anche molto difficile da insegnare.

O basterebbe riprendere in mano l’Educazione Civica…

Credo che sarebbe importante anche perché stiamo parlando proprio di educazione civica, cultura, patriarcato. A me pare e mi auguro che qualche signore/personaggio più o meno autorevole e che abbia un qualche seguito, davvero si lanci in queste manifestazioni pubbliche, e ripeto pubbliche, per far sentire la loro voce. Perché fino ad ora sono sempre stati al riparo, nessuno li ha mai interpellati e loro non si sono fatti certo avanti.

Alcuni hanno alzato le mani, gli è bastato dire “non siamo tutti così”. Però poi si sono girati dall’altra parte….

Questo atteggiamento deve finire e tutta una comunità deve esprimersi su questa intollerabile situazione, in attesa di commuoverci per la prossima vittima.

Una questione di cultura da sempre, una violenza nascosta anche nelle battutine, nelle barzellette, quando dicono: “stavo solo scherzando” o “non è un mestiere da donna”…

Adesso si crede alla violenza, ma quando una donna si presenta con gli occhi gonfi per le botte però. Tutte le altre forme che rispondono allo stalking - e non so perché lo abbiamo chiamato in inglese, così non lo capisce nessuno, io lo chiamo persecuzione - di quello che hai lasciato e ti ossessiona con venti messaggi al giorno, ti segue come un’ombra…questo è molto difficile da denunciare e quando qualcuna si azzarda è difficile che venga creduta. Si parte subito con: signora non esageri, forse sta drammatizzando. E quando si va a denunciare, anche le forze dell’ordine magari non credono alla persecuzione che la donna subisce, per questo secondo me anche le forze dell’ordine hanno bisogno di una formazione.

Quando Salvini parla di castrazione chimica e galera a vita come punizione…

Non è aumentando le pene che si sconfigge un fenomeno di questo tipo. Questo è uno stato mentale che viene da lontano e che si è sicuramente aggravato con questa maggioranza e mi fermo qui.

La sinistra in tutto questo?

Tradizionalmente la sinistra che ho conosciuto dagli anni 70 in poi sui diritti civili è sempre stata molto timida. Noi abbiamo cercato per molto tempo di far capire che i diritti civili sono spesso diritti sociali. Le persone, con tutto il rispetto per i sindacati etc etc, non sono solo gli operai della fabbrica, perché anche l’operaio della fabbrica quando torna a casa affronta altri tipi di problemi. Questo negare la complessità e lo stretto rapporto tra diritti civili e diritti sociali e benessere dei cittadini, come se fosse un salame da tagliare a fette, evidentemente non regge. Puoi parlare di pensioni, ma il pensionato a casa ha anche altri problemi da affrontare.