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di Eleonora Camilli

La Stampa, 18 marzo 2024

Una “giornata storica”, un “passo importante” per l’attuazione del Piano Mattei e per “far fronte al flusso migratorio”. Non risparmia i toni trionfalistici la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per la visita di ieri al Cairo. Una missione congiunta europea con un doppio obiettivo: la firma della dichiarazione sul partenariato strategico tra Unione europea ed Egitto, e l’avvio di una serie di accordi intergovernativi con il nostro Paese.

Insieme alla premier, a incontrare il presidente Abdel Fattah al Sisi, una delegazione formata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dal presidente di Cipro, Nikos Christodoulidis, e dai Primi Ministri di Belgio, Alexander De Croo, Grecia, Kyriakos Mitsotakis, e Austria Karl Nehammer. I rappresentanti europei hanno messo sul piatto del leader egiziano i 7,4 miliardi del piano di aiuti in tre anni (2024-2027) divisi per aree di intervento: 5 miliardi di prestiti agevolati; 1,8 miliardi di investimenti aggiuntivi; 600 milioni di sovvenzioni. Di questi, 200 milioni sono destinati al delicato capitolo delle migrazioni e del controllo delle frontiere marittime e terrestri. In un Paese, l’Egitto, considerato strategico come terra di transito per tanti migranti subsahariani, che una volta superato il confine con la Libia prendono la via del mare. “Aspiriamo a lavorare insieme più di prima per aiutare gli Stati di origine e quelli di transito” attraverso “investimenti e assistenza per prevenire l’immigrazione illegale e per aiutare questi Stati a fronteggiare i trafficanti di migranti” ha detto Meloni.

Poi durante i colloqui bilaterali col presidente egiziano si è concentrata sull’attuazione del Piano Mattei nel Paese, a cominciare dalla cooperazione nel settore della produzione agricola e della sicurezza alimentare. E sulla questione dei migranti “che sarà uno dei temi del G7” ha detto la premier, ricordando che l’Italia “sta lavorando per lanciare un’alleanza internazionale per la lotta contro i trafficanti di esseri umani”.

Intanto in queste ore sono ripresi gli arrivi sulle coste italiane, con duemila persone approdate a Lampedusa in soli tre giorni. E l’ennesima tragedia sfiorata nel Mediterraneo: solo l’intervento della nave di Medici senza frontiere, Geo Barents, ha permesso infatti di portare in salvo 45 persone, finite in acqua dopo che il barchino su cui viaggiavano si era rovesciato a poche miglia dalle coste libiche. Anche per questo la missione al Cairo della premier, nella ricerca di un accordo per bloccare i flussi, sul modello di quello stipulato con la Tunisia è al centro di aspre polemiche politiche. A cui la stessa Meloni ha voluto replicare: “Ho letto la segretaria del Partito democratico Elly Schlein che dice che è una vergogna che mezza Europa venga in Egitto per cercare di fermare l’immigrazione irregolare. Capisco che per loro sia vergognoso, ma se avessi voluto mettere in piedi il programma del Pd mi sarei candidata col Pd, invece mi sono candidata contro il Pd proprio perché non sono d’accordo con loro”. Ha poi rimarcato l’importanza di lavorare sulla “dimensione esterna” perché “l’Africa gioca nell’attuale contesto geopolitico un ruolo assolutamente strategico” è dunque importante “mantenere alta la nostra presenza, il nostro dialogo, la nostra capacità di incidere”.

Nel corso dei colloqui tra il leader egiziano e la delegazione europea si è parlato anche del conflitto in Medio Oriente e di come arrivare a una de-escalation. “Insieme ai leader europei abbiamo concordato di respingere l’ipotesi di un’operazione militare da parte di Israele a Rafah, che raddoppierebbe la misura della catastrofe umanitaria di cui soffrono i civili nella Striscia di Gaza”, ha detto Al Sisi, sottolineando che l’Egitto rifiuta “ogni spostamento forzato di palestinesi oltre la Striscia, che avrebbe come effetto una liquidazione della causa palestinese”. Una posizione condivisa anche dall’Italia: “L’Egitto sulla vicenda di Gaza è un attore di primo piano e un attore prezioso. Il lavoro che Usa, Egitto e Qatar stanno facendo per portare a una de-escalation, il cessate il fuoco, l’aiuto umanitario, l’accordo che abbiamo firmato per i malati a Gaza lo dimostra” ha sottolineato la presidente del Consiglio, aggiungendo che la linea da seguire è quella del dialogo: “Sto parlando con tutti per arrivare alla cessazione delle ostilità, al rilascio degli ostaggi. Sono cose molto complesse che si costruiscono con il contributo di tutti”.