sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Anna Maria Merlo

Il Manifesto, 21 settembre 2023

La Commissione vorrebbe chiudere prima delle elezioni di giugno, ma gli stati membri si blindano. Austria e Francia sul piede di guerra, aumentano i controlli alle frontiere con l’Italia. La commissione “libertà civili” dell’Europarlamento cerca di salvare la libera circolazione dagli attacchi ripetuti.

Confusione a tutti i livelli sulla questione dei migranti in Europa: tensioni al Parlamento europeo sull’iter del Patto Asilo-Migrazione, che la Commissione vorrebbe far passare prima delle elezioni di giugno, reazioni di chiusura che si generalizzano in vari stati membri, controlli in aumento alle frontiere italiane con Francia e Austria, accuse nervose alle Ue da parte di Tunisi. Mentre per cercare di limitare i danni la commissione “Libertà civili” del Parlamento europeo ha adottato ieri una riforma del codice delle frontiere di Schengen per chiarire le regole e rafforzare la libera circolazione, limitando le restrizioni temporanee, sostituendole con la cooperazione delle polizie: gli eurodeputati sono favorevoli all’apertura di negoziati con il Consiglio per attuare questi cambiamenti.

Giornate difficili sul fronte delle regole e della solidarietà sui migranti. L’Europarlamento, con una decisione dal carattere simbolico, per fare pressione sugli stati sempre più recalcitranti, ha bloccato le discussioni con il Consiglio su due capitoli del pacchetto asilo-migrazione, che riguardano la regolazione delle crisi, come nel caso attuale (Eurodac - impronte digitali - e Screening). Ci sono stati, Polonia e Ungheria, che stanno bloccando qualsiasi regolamento in caso di crisi. Altri, come Germania e Olanda, che hanno bloccato l’ipotesi di una “pausa” sulle verifiche di identità in caso di crisi di afflussi nei paesi di frontiera esterna.

L’Europarlamento vorrebbe uscire dall’impasse e spingere per una conclusione dei negoziati, con l’obiettivo di rispettare i tempi della Commissione e approvare il Patto Asilo-Immigrazione prima delle elezioni europee di giugno. Il prossimo parlamento potrebbe essere molto più a destra di quello attuale. Ma intanto Austria e Francia sono sul piede di guerra, aumentano i controlli per evitare i movimenti secondari degli esiliati di Lampedusa. La Francia ha mosso anche i servizi anti-terrorismo della Dgsi a Mentone. Il ministro degli Interni, Gérald Darmanin, ha vinto lo scontro con la ministra degli Esteri, Catherine Colonna, che allo scoppio della crisi di Lampedusa aveva assicurato che la Francia avrebbe fatto “la sua parte”. Darmanin insiste: nessuno entra degli esuli di Lampedusa.

In Germania, la sorpresa di un irrigidimento viene dalla co-presidente dei Grünen, Ricarda Lang, che invita ad aumentare i rimpatri dei richiedenti asilo che risultano di non averne diritto. La vigilia, il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, ha proposto tagli al welfare per i richiedenti asilo, e di includere Marocco, Tunisia e Algeria nella lista dei “paesi sicuri”. Anche il presidente tedesco Franz-Walter Steinmeier considera che la Germania stia arrivando a un “punto di rottura”, con 162mila richieste d’asilo nei primi sei mesi di quest’anno, più di un terzo di tutte quelle presentate nella Ue. I sondaggi rilevano un’avanzata spettacolare dell’Afp, il partito di estrema destra, già in testa nelle intenzioni di voto nei Länder dell’est. La ministra degli Interni Nancy Faeser (Spd) è candidata alle elezioni regionale della Hesse.

Anche il Memorandum firmato a luglio con la Tunisia da Ursula von der Leyen, assieme a Giorgia Melon e all’olandese Marc Rutte (oggi dimissionario, a novembre ci sono le elezioni e il partito agrario di estrema destra Bbb è in testa nei sondaggi), è in alto mare. Lunedì è previsto un incontro tra la Commissione, i rappresentanti dei 27 e la presidenza spagnola del Consiglio, per fare il punto su un accordo che molti paesi dicono di aver scoperto a cose fatte, senza essere stati informati. La questione dei migranti è ormai nell’agenda del Consiglio di dicembre della Ue. La Tunisia continua a esprimere malcontento: ha impedito l’entrata della delegazione Affari esteri del Parlamento europeo, accusando la Ue di “trattare il paese come se fosse una colonia, sotto tutela”.

La Ue prevede un versamento di 675 milioni quest’anno a Tunisi e di fare dell’accordo con Saied un “modello”, come prossimo partner l’Egitto. In questo clima, la commissione “libertà civili” dell’Europarlamento cerca di salvare la libera circolazione dagli attacchi ripetuti. Per la commissione, anche i migranti minorenni e i richiedenti asilo, oltre ai cittadini europei residenti in un altro paese, dovrebbero essere esentati dalle restrizioni di circolazione, anche in caso di gravi crisi sanitarie. In alternativa ai controlli alle frontiere, propongono una maggiore collaborazione delle polizie e l’impegno dei paesi di primo sbarco a riprendersi i migranti senza permesso.