sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Maria Fiore

La Provincia Pavese, 22 marzo 2023

Portato in ospedale dopo l’allarme dai compagni. Anche lui come il trapper era nella sezione protetti: “In quel reparto solo due agenti per 300 detenuti”. A poco meno di dieci giorni dal suicidio (o quello che stabilirà l’inchiesta della procura) del trapper di 27 anni Jordan Jeffrey Baby, a Torre del Gallo un altro detenuto ha cercato di togliersi la vita. Per di più, nello stesso reparto, la sezione protetti. Quattro piani di edificio in cui sono ospitati circa 300 detenuti sui 650 dell’intera casa circondariale. Il detenuto, un uomo di 35 anni, ha cercato di impiccarsi, come il giovane trapper, usando le lenzuola del letto. Stavolta, però, l’allarme è scattato in tempo: i compagni di cella si sono accorti di quello che stava succedendo e hanno avvisato gli agenti della penitenziaria. L’uomo è stato soccorso dall’ambulanza e portato in ospedale. Si è salvato per miracolo.

La sezione protetti - Anche questo episodio è avvenuto nella sezione dei protetti, la stessa che ospitava il giovane trapper. Questo reparto si trova nel nuovo padiglione di Torre del Gallo, dove vengono collocati i reclusi che per ragioni diverse non possono restare con i detenuti comuni. Sono quattro piani che ospitano i sex offender, gli operatori delle forze dell’ordine, i collaboratori di giustizia (che non hanno però un programma di protezione) e i cosiddetti “promiscui”, che non possono restare nelle celle con i detenuti comuni per altre ragioni.

Salvato dai compagni - Il detenuto che ha tentato di togliersi la vita la scorsa notte, tra mercoledì e giovedì, si trovava in questo padiglione nuovo. La dinamica dell’evento è ancora da precisare, ma da quanto si è saputo sarebbero stati proprio i due compagni che erano in cella con lui a dare l’allarme. Stavolta l’intervento è stato tempestivo, a differenza di quanto accaduto dieci giorni fa al giovane trapper, trovato morto, con una corda di lenzuola al collo, nella sezione “promiscui” dove era rientrato pochi giorni prima, dopo una parentesi trascorsa in una comunità.

L’inchiesta della procura - Su questo caso è ancora in corso l’inchiesta della procura aperta per omicidio colposo. Il magistrato Alberto Palermo ha già disposto l’audizione di alcuni detenuti e agenti di polizia penitenziaria, mentre mercoledì mattina è stata eseguita l’autopsia sul corpo del giovane trapper. Il padre del ragazzo, sostenuto dall’avvocato Federico Edoardo Pisani, non crede al gesto volontario e per questo ha depositato una querela, contro ignoti, in cui chiede che sia fatta “piena luce” sull’accaduto e sulle eventuali responsabilità. Il giovane, infatti, non era sorvegliato né aveva intrapreso un percorso di terapia psicologica nonostante avesse tentato il suicidio già due volte e nonostante avesse denunciato abusi in cella, da parte di altri detenuti, nello stesso carcere. Per un procedimento, con al centro una presunta violenza sessuale da parte di un detenuto, la procura ha chiesto l’archiviazione ma il legale del ragazzo si è opposto, quindi deciderà un giudice. Un’altra denuncia, invece, si è trasformata in un processo per maltrattamenti, appena avviato.

“Solo 2 agenti per 300 detenuti” - “Nel reparto protetti ci sono 300 detenuti, che sono sorvegliati di notte da appena due agenti. Un’incredibile sproporzione”. La denuncia arriva da Americo Fimiani, sindacalista della Fp Cgil, l’organizzazione che da tempo pone l’accento sulla situazione di sovraffollamento di Torre del Gallo e sul disequilibrio tra numero di reclusi e personale della penitenziaria. “Il carcere di Pavia dovrebbe ospitare 515 detenuti, ma in realtà all’interno ce ne sono 650 - spiega -. La vigilanza notturna nel reparto protetti, cosiddetta dinamica, ha numeri ridicoli rispetto alle esigenze”.