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di Federico Berni

Corriere della Sera, 12 aprile 2024

Nella Casa circondariale nove suicidi tra il 2020 e il 2021. La direttrice: “È una realtà molto complessa”. Il cavo dell’antenna della tv usato come laccio da stringersi al collo. Poi, il gesto estremo. Gli agenti cercano di intervenire per salvarlo, ma l’uomo, poco prima, aveva fatto modo di ostacolare l’ingresso in cella, bloccando la porta. Quando riescono a soccorrere il detenuto, si trova già in condizioni gravissime, dopo essere rimasto senza ossigeno per un tempo che, nonostante il trasporto immediato in ospedale, si è rivelato fatale. Ahmed Fathy Ehaddad, egiziano, è morto a 42 anni dopo qualche giorno di agonia.

Nei prossimi giorni avrebbe dovuto essere processato con il rito abbreviato davanti al Gup di Monza, per un caso gravissimo di violenza sessuale commesso il 27 settembre 2023 ai danni di un’anziana di 89 anni a Sesto San Giovanni. La donna era stata aggredita nell’androne di casa sua, davanti all’ascensore del palazzo. Dopo l’arresto effettuato dai carabinieri a ottobre scorso, il successivo esame del Dna lo aveva inchiodato alle sue responsabilità. Ma ha deciso di togliersi la vita, all’interno della sezione “protetti” del carcere di Pavia.

La stessa dove, durante la notte tra l’11 e il 12 marzo scorsi, è stato trovato morto il brianzolo Jordan Tinti, 26 anni, di Bernareggio, noto alle cronache come Jordan Jeffrey Baby, il nome scelto dal giovane nel tentativo di sfondare con la musica trap, già condannato a 4 anni e 4 mesi per rapina aggravata ai danni di un immigrato alla stazione di Carnate nell’estate 2022. Il giovane era stato trovato impiccato alle sbarre. Il padre Roberto Tinti, sostenuto dall’avvocato Federico Edoardo Pisani, ha dichiarato pubblicamente di non credere al suicidio del figlio (che aveva denunciato di aver subito maltrattamenti e violenze in quello stesso carcere) e la Procura di Pavia ha disposto accertamenti (tutt’ora in fase di indagini preliminari), a partire dall’autopsia.

Nel carcere di Pavia tra il 2021 e il 2022 si sono verificati ben nove casi di suicidio: sei nel 2022 e i precedenti tre in rapida sequenza, alla fine del 2021. Una situazione che, all’epoca, aveva spinto la garante dei detenuti, Laura Cesaris, a lanciare un appello ai vertici dell’amministrazione penitenziaria per migliorare la situazione. Diverse sigle sindacali della polizia penitenziaria, inoltre, avevano denunciato, oltre a ripetute aggressioni, anche carenze d’organico, con difficoltà di gestire una situazione che a più riprese era stata definita “fuori controllo”.

In piena esplosione del Covid, inoltre, lo stesso carcere era stato teatro di una rivolta, a marzo 2020, a seguito della quale sono stati rinviati a giudizio quest’anno 68 imputati, con le accuse di devastazione e saccheggio. Sul suicidio del detenuto nordafricano, la direttrice del carcere Stefania Mussio, in carica da circa un anno a Pavia, ha fatto sapere che “ci sono indagini in corso da parte della magistratura”.

Il sospetto è che si possa essere trattato di un “gesto dimostrativo andato oltre le intenzioni”. La direttrice ha spiegato inoltre che quella del carcere di Pavia “è una realtà molto complessa”, essendo “il più grande carcere lombardo, dopo quelli milanesi”. I problemi di sovraffollamento sono fisiologici, ma “al numero di detenuti che aumenta, corrisponde la riduzione del personale”, e che quindi servono “investimenti e risorse per migliorare la situazione”.