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di Federico Berni

Corriere della Sera, 25 marzo 2024

Jordan Jeffrey Baby, 26 anni, è stato trovato impiccato il 12 marzo. Stava scontando una condanna per rapina e odio razziale. Il padre: “In paese gli volevano bene tutti, faceva il duro solo per avere like. Ha fatto errori, ma ha pagato più di quanto meritasse. C’è un’inchiesta in corso, sono fiducioso”.

Le ultime parole di Jordan, forse i versi di un brano rap in cantiere: “Sono stato padrone del mio destino in negativo, e lo sarò anche in positivo, tranquillo papà, la mia strada l’ho già scelta”. A Roberto Tinti - il padre del 26enne brianzolo - restano il dolore, i ricordi, e l’ultimo testo del figlio: “Le sembrano i versi di qualcuno che vuole suicidarsi? Mio figlio voleva girare finalmente pagina, ma dal 12 marzo lo piango, dopo quella telefonata arrivata dal carcere di Pavia”.

Il giovane di Bernareggio (Monza) è stato trovato in cella la notte tra l’11 e il 12, in ginocchio, il collo legato alle sbarre, morto per soffocamento. A suo carico risultava una condanna per rapina con l’aggravante dell’odio razziale (accusa caduta in secondo grado nei confronti del coimputato, il rapper romano Giancarlo “Traffik” Fagà, che aveva scelto di impugnare il procedimento, al contrario di Tinti). Un “suicidio” a cui il padre del ragazzo che voleva sfondare nella trap con lo pseudonimo di “Jordan Jeffrey Baby” non crede.

Che idea si è fatto?

“C’è un’inchiesta in corso, e ho fiducia in chi sta lavorando perché venga fatta chiarezza, come chiediamo fin dall’inizio io e il mio legale, l’avvocato Federico Edoardo Pisani”.

Se la sente di tornare con il ricordo a quel giorno?

“Si può solo immaginare cosa prova un padre in quel momento. Io sono rimasto sbalordito, lo avevo sentito nemmeno un mese prima ed era contento, voleva cambiare strada. Come me, sono rimasti senza parole tutti qui in paese, dove c’erano i suoi amici di sempre”.

Ha ricevuto molto affetto, se lo aspettava?

“Abbiamo appena finito di pranzare insieme, io e gli amici di Jordan, è stato un bellissimo momento. Mi hanno fatto vedere un video in cui era in Spagna, rideva e scherzava (dice con la voce rotta, ndr). Sapevo che era benvoluto, perché in realtà non era il tipo che voleva far credere”.

Sui social ostentava comportamenti da “fuorilegge”, ma in realtà, da chi lo conosce non emerge questa indole. Perché atteggiarsi in quel modo?

“Lui mi diceva che andava fatto, nel mondo della trap, per arrivare a un pubblico numeroso. Per quella storia dei “like” e cose simili, che io faccio fatica a comprendere”.

L’accusa più dura riguarda però la questione della rapina ai danni di un immigrato, ripresa e pubblicata sui social. Con l’aggravante del razzismo, tra l’altro.

“È una cosa che non concepisco. Lui che amava il rap, come poteva non ammirare la cultura degli afroamericani? Aveva Michael Jordan tatuato in faccia. Sua madre è di origine Sinti, lo diceva anche lui per scherzare: “Sono mezzo zingaro”. In quel video non è lui che pronuncia certe parole. Comunque, mi faccia dire una cosa su queste vicende”.

Prego...

“I suoi errori Jordan, li ha commessi, ma stava pagando più di quanto meritasse”.

Jordan ha rinunciato a fare ricorso in appello per andare subito in comunità. Ha denunciato di aver subito abusi e maltrattamenti nello stesso carcere (c’è un procedimento in corso e un’opposizione a una richiesta di archiviazione pendente) in cui è stato successivamente rimandato, perché avrebbe violato le norme della comunità. Qui interviene l’avvocato Pisani: “Stiamo conducendo indagini difensive perché venga fatta luce su ogni aspetto. Il pm Alberto Palermo indaga ipotizzando il reato di omicidio colposo, e l’autopsia da lui disposta e già eseguita offre, a nostro modo di vedere, spunti interessanti. Di più non possiamo aggiungere per rispetto degli inquirenti”.