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di Emanuele Bottiroli

paviaunotv.it, 3 gennaio 2023

Si è soffocato con un lenzuolo nella sua cella del carcere di Torre del Gallo. Aldo Latifaj, un detenuto che aveva 20 anni ed era italo-albanese, si è tolto la vita in questo modo il 28 dicembre nonostante l’intervento dei medici. Un decesso per soffocamento avvenuto al pronto soccorso dell’ospedale San Matteo dove i sanitari del 118 lo avevano portato ancora vivo.

È il sesto suicidio avvenuto all’interno del carcere di Torre del Gallo nel 2022 appena conclusosi. Un numero decisamente alto considerato il fatto alla fine di luglio a livello nazionale i suicidi in carcere erano stati in tutto 37. Don Dario Crotti, cappellano del carcere di Torre del Gallo, ha spiegato: “Lo conoscevo, gli avevo parlato più di una volta.

Era un detenuto molto fragile, mi spiace moltissimo per questa tragedia. Me lo avevano segnalato gli agenti di Polizia penitenziaria e gli avevo parlato. Purtroppo non è stato sufficiente. Ricordo che era un ragazzo molto educato, che non aveva mai dato problemi al personale. C’è un disagio notevole che vale anche per il personale purtroppo abituato a lavorare in condizioni non facili.

Guardiamo a quello che è successo, in questi giorni, all’istituto Beccaria di Milano con la fuga dei 7 ragazzi. Da anni in un istituto così importante non c’è un direttore stabile e sempre da diversi anni ci sono lavori in corso. Non è possibile portare avanti un lavoro importante a favore dei detenuti in quelle condizioni”.

Ma a cosa serve un regime carcerario in cui i detenuti si tolgono la vita o accrescono il loro disagio? Che senso hanno carceri stracolme? Perché non optare per pene correttive e di segno diverso? Perché non fare tesoro delle tante virtuose esperienze attuate dal volontariato sociale per favorire un pieno recupero di chi ha perso la strada?