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di Aldo Grasso

Corriere della Sera, 28 giugno 2023

Giorgia Meloni se la prende con le “serie che hanno come eroe uno spacciatore”. Una conoscenza che non tenga conto del male è una conoscenza a favore del male. Nel duro botta e riposta che Giorgia Meloni ha avuto con il deputato Riccardo Magi (Più Europa), in occasione della “Giornata mondiale contro le droghe” a Montecitorio e moderata da Gianni Ippoliti, la premier, alzando i toni come in talk show, ha affermato: “Arriviamo al paradosso di avere serie che hanno come eroe uno spacciatore sulle stesse piattaforme che hanno fatto documentari contro Muccioli che aveva salvato migliaia di ragazzi quando lo Stato era girato dall’altra parte”.

Chissà forse il riferimento era a quel capolavoro di Breaking Bad o a serie come The Wire, The Sopranos, Romanzo criminale, Gomorra, cioè a serie che hanno messo in scena il male. Dobbiamo per questo far finta che il male non esista? Dobbiamo produrre solo fiction agiografica e non raccontare in “SanPa: luci e tenebre di San Patrignano” i metodi usati da Muccioli? Dobbiamo chiedere alla tv o al cinema di esimersi dal raccontare la criminalità, nel timore che ciò dia origine a comportamenti emulativi? Una conoscenza che non tenga conto del male è una conoscenza a favore del male.

Sostenere l’esistenza di una connessione diretta tra l’esposizione ai messaggi dei media e il comportamento dell’individuo è ingenuo teoricamente (una teoria in voga in passato, smentita poi da tutti gli studi sugli effetti dei media). Significa trascurare l’aspetto della fruizione, il peso del contesto e delle motivazioni degli individui, riducendo l’analisi a un conteggio della frequenza con cui un certo contenuto viene diffuso. In tutte le narrazioni mitiche e religiose, il male è posto all’origine del cammino umano. Di questo dobbiamo prendere atto. Esiodo narra come il mondo ebbe origine dal Caos, voragine immensa e tenebrosa. La Genesi racconta del peccato dei Progenitori, che cedettero per un atto di superbia alla tentazione di mangiare il “frutto proibito”, con tutte le conseguenze del caso. Tutto il male che vediamo è da capire e per capirlo bisogna anche raccontarlo.