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di Roberto Saviano

Corriere della Sera, 19 dicembre 2023

Avevo iniziato a scrivere queste righe col tono della farsa, volevo dileggiare quella stampa sovranista e ottusa (soprattutto ottusa, ma anche sovranista, house organ della peggiore destra che l’Italia abbia avuto dal secondo dopoguerra) che lavora quotidianamente sbattendo in prima pagina il mostro, anzi, creando ogni giorno un mostro da sbattere in prima pagina. Anzi, credendo di essere addirittura capace di creare mostri, senza capire che il mostro, in questo caso, sta negli occhi di chi guarda che osserva il mondo con lenti deformate.

Normalmente sulle loro prime pagine ci sono io e vi prego di credermi se vi dico che non sto scrivendo perché risentito, non mi sento tradito o abbandonato. So che queste penne sono sempre vigili e attente, so che continueranno a darmi lo spazio (la punizione) che merito (chi prende posizione poi paga), perché banalmente tutto il blabla su di me è molto più facile da produrre di un qualunque articolo che abbia un contenuto vero. Mostro è stata a lungo anche Michela Murgia, ahimé, ahinoi. Questi erano i ragionamenti, quando - non mi succedeva da anni - il programma di scrittura che utilizzo si chiude inaspettatamente e non avevo salvato il file: tutto perso.

Lo prendo come un segno, stavo affrontando un argomento serio credendo di poter sdrammatizzare. Pensate che scoop - avevo scritto - si sono accorti che il Papa e la Chiesa si interessano agli ultimi, sono dalla parte dei poveri, di chi ha bisogno di aiuto e sostegno. Pensate che scoop: si sono accorti che ci sono imbarcazioni, come la Mare Jonio della Ong Mediterranea Saving Humans che salvano vite in mare e per farlo hanno bisogno di risorse, perché il carburante costa, costa l’equipaggiamento, costa la manutenzione, costano le scorte di viveri, scorte in previsione di giorni e giorni in mare, perché mica è certo che subito dopo il salvataggio arriva il via libera per l’approdo... No, non è una sicurezza con cui si parte. Si prende il mare, sempre che la nave non venga bloccata in porto con cavilli burocratici e multata per assottigliare le risorse, sapendo che non sarà facile trovare un porto, che si proverà in ogni mondo a raccontare quell’operazione di salvataggio come “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” e l’arrivo di naufragi come “invasione”. Suggerivo il Pulitzer per queste scoperte; chi mai penserebbe che la Chiesa e il Papa hanno a cuore il destino di chi soffre; chi mai penserebbe che una imbarcazione per prendere il mare ha bisogno di risorse... Chi? Quale stolto? Chi? Ma magari il Pulitzer è anche poco. Il premio GAC (vedi Propaganda live) sarebbe forse più appropriato.

I mostri questa volta sono un prete, un attivista, un giornalista, una Ong, in fondo anche il Papa, solo che si ha paura a dirlo, lo si dice sottovoce per premura, per paura... e se Dio esistesse davvero? Si ciancia di fedeli truffati da una carità cristiana che non si limita alle mani giunte in preghiera, ma che si sostanzia in un aiuto concreto offerto a chi si occupa di salvare vite in mare. Come osa la Chiesa sostenere una Ong? Come osa un parroco - don Mattia Ferrari - imbarcarsi sulla Mare Jonio? Cosa vuole dimostrare? Perché mai Luca Casarini, che è stato anche a Genova nel 2001 (cosa c’entra questo non chiedetelo a me), non capisce che il tempo dell’attivismo è finito? Che il nuovo corso è: ciascuno badi alle proprie vite, pensi a sé e smetta di credere che il mondo si può cambiare? E poi Nello Scavo, il giornalista che dalle colonne di Avvenire da anni racconta cosa accade in Libia nei lager finanziati dall’Europa, cosa accade in mare durante le traversate della speranza, che racconta cosa accade ai migranti che arrivano in Italia: perché non capisce, Nello Scavo, che questa battaglia l’informazione l’ha persa?

Perché continuare a scrivere verità che sono sotto gli occhi di tutti, che sono tangibili e dimostrabili con fatti e prove, quando abbiamo a disposizione una verità suggestiva, complottarda, fatta di intercettazioni orecchiate, tagliuzzate, rimontate e riportate? Quanta ostinazione... Che ci importa che la vita e la carriera politica di Mimmo Lucano, per non parlare delle politiche per l’accoglienza, siano state distrutte da questo modo di fare indagini e informazione. Anzi, non perdiamo altro tempo, corriamo su Amazon a comprare freccette e alleniamoci a fare centro, in attesa del prossimo mostro sbattuto in prima pagina.