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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 8 dicembre 2023

Il 5 dicembre 2023, il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia ha emesso una sentenza fondamentale, accogliendo il ricorso presentato in una class action pubblica promossa da diverse organizzazioni, tra cui Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (Cild), Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi), Oxfam Italia Onlus, Spazi Circolari e Associazione Naga.

Questa vittoria legale ha dichiarato la violazione dei diritti di oltre un centinaio di persone straniere e datori di lavoro, sottolineando il grave inadempimento delle amministrazioni nel rispetto dei tempi di definizione dei procedimenti di regolarizzazione. La sentenza numero 2949, ha stabilito che il mancato completamento dei procedimenti per la regolarizzazione entro i 180 giorni è ingiustificabile e rappresenta una violazione dei diritti e degli interessi dei ricorrenti.

L’azione di class action, presentata da coloro che avevano subito ritardi nei procedimenti di regolarizzazione, ha ottenuto una condanna nei confronti delle amministrazioni coinvolte, con l’imposizione di un termine di novanta giorni per la conclusione delle pratiche. Il Tribunale ha evidenziato il ritardo significativo della Prefettura di Milano nel gestire le richieste di regolarizzazione, non solo dalla data di presentazione delle domande entro agosto 2020, ma anche rispetto alla scadenza dei 180 giorni stabiliti dal Consiglio di Stato. Questi ritardi prolungati hanno generato un grave inadempimento della Pubblica Amministrazione, costringendo migliaia di persone straniere a vivere nell’invisibilità sociale.

Coloro che sono in attesa del permesso di soggiorno o della regolarizzazione non hanno la possibilità di stipulare contratti di lavoro, aprire conti correnti, effettuare l’iscrizione anagrafica e persino lasciare il territorio italiano per visitare le proprie famiglie. Le organizzazioni promotrici della class action considerano questa pronuncia del Tribunale Amministrativo Lombardo di fondamentale importanza per restituire i diritti violati. Esse auspicano che la Prefettura di Milano segua questa decisione e corregga la situazione, sperando che anche altre Prefetture inadempienti facciano altrettanto.

La regolarizzazione, introdotta nel maggio 2020 dal Governo Conte II per le persone straniere impiegate in agricoltura e nel settore domestico, ha affrontato gravi criticità. A oltre tre anni dall’entrata in vigore dell’art. 103 D. L. n. 34/ 2020, molte richieste giacciono nelle prefetture ancora senza risposta. Questo ha portato alla presentazione di una class action pubblica anche verso la Prefettura di Roma, con un’udienza fissata al Consiglio di Stato per il 7 marzo 2024. Analogamente, un ricorso è stato presentato contro la Questura di Roma per i ritardi nell’emissione dei permessi di soggiorno, mentre un altro è in preparazione contro la Questura di Napoli.

I ritardi gravi del Ministero dell’Interno nel rilasciare documenti essenziali per la vita quotidiana delle persone straniere hanno causato danni significativi, come la perdita del lavoro, la mancata iscrizione al Servizio sanitario nazionale e l’impossibilità di esercitare i diritti sociali collegati al permesso di soggiorno. Questi ritardi pongono le persone straniere in una condizione di marginalità sociale, diventando così materiale di propaganda politica. Per questo, le organizzazioni che di occupano dei diritti umani evidenziano l’urgente necessità di riforme nel sistema di regolarizzazione in Italia.