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di Giuseppe Salvaggiulo

La Stampa, 13 settembre 2023

“Rifiuta il lavoro, diritti dei detenuti a rischio”. La decisione della Sezione disciplinare del Consiglio nei confronti di Ernesto Anastasio, che da dieci anni subisce contestazioni per i suoi ritardi. La Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio il “giudice-poeta”, il magistrato del tribunale di sorveglianza di Perugia Ernesto Anastasio, che ha accumulato un arretrato di 858 fascicoli e che da dieci anni subisce contestazioni per i suoi ritardi. Si tratta di un provvedimento cautelare urgente, in attesa dello svolgimento del processo.

“È un magistrato che sostanzialmente rifiuta il lavoro, gettando discredito sull’intera amministrazione giudiziaria”, si legge nell’ordinanza che ha accolto la richiesta della procura generale della Cassazione. L’intervento serve a evitare “ulteriore grave pregiudizio” ai diritti dei detenuti e al funzionamento del tribunale di sorveglianza di Perugia. Anastasio si era difeso invocando una perizia medica che aveva accertato una patologica forma di rifiuto del lavoro, probabilmente causata dal fatto di essere stato indotto a intraprendere la professione giudiziaria dal rapporto con il padre avvocato. Una scelta che gli aveva impedito di proseguire gli studi di letteratura, di cui era ed è appassionato.