sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

Il Resto del Carlino, 27 novembre 2022

Il punto dopo la condanna della Corte Europea dei diritti dell’Uomo e la posizione della Corte Costituzionale. Ieri mattina si è parlato ergastolo ostativo. Ovvero quella forma di ergastolo che fino al 2019 non consentiva al condannato nessuna possibilità di accedere a benefici di legge.

Il workshop “L’Ergastolo ostativo: nodi e snodi per legislatori, giuristi, operatori, società e detenuti” organizzato del Centro Ricerca e Formazione in Psicologia Giuridica “Assunto Quadrio” del Dipartimento Studi Umanistici dell’Ateneo, si è svolto nell’aula magna del Rettorato di UniUrb.

“L’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo nel 2019 e subito dopo la Corte Costituzionale ha riconosciuto la parziale incostituzionalità di questo istituto - spiega Daniela Pajardi, direttrice del centro di ricerca - dichiarato contrario al principio rieducativo della pena, perché non riconosce un possibile cambiamento delle persone detenute svincolato dalla scelta di collaborare con la giustizia.

Sull’ergastolo ostativo pendeva però un’altra questione di legittimità, che la Corte costituzionale non ha affrontato per dare al Parlamento il tempo di rimettere mano alla materia. Dopo un dibattito parlamentare nella scorsa primavera, il Governo ha approvato a fine ottobre un decreto legge che per la prima volta consente agli ergastolani ostativi di chiedere misure alternative e misure liberatorie, al verificarsi di rigorose condizioni volte a dimostrare la definitiva rottura dei legami con le organizzazioni criminali. Su questa complessa vicenda si confronteranno in un dialogo interdisciplinare numerosi esperti del mondo penitenziario”.