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di Paola Calvano

Il Centro, 3 febbraio 2024

La morte di Simone Maccarone, 52 anni, di Vasto, un anno fa nel carcere di San Donato di Pescara, è stata ieri mattina al centro di una udienza davanti al Gup di Pescara chiamato a pronunciarsi sul prosieguo delle indagini relative al decesso. In aula è stata discussa la richiesta di opposizione all’archiviazione presentata dai legali della famiglia Maccarone, gli avvocati Arnaldo e Francesco Tascione, Fiorenzo e Anna Cieri.

La procura pescarese sulla morte di Maccarone aveva aperto un fascicolo, ma poi ha ritenuto di non rilevare profili di colpevolezza a carico delle persone che all’epoca si erano occupate dell’uomo. Di diverso avviso gli avvocati della famiglia Maccarone che ieri in aula hanno anche motivato la loro richiesta. Al termine dell’udienza il gip si è riservato di decidere.

A giudizio dei legali che rappresentano la madre, il figlio e i fratelli Maccarone, gli ultimi giorni di vita di Simone furono un vero e proprio calvario. Il 52enne era in carcere per scontare una pena per fatti risalenti agli anni 90. “Negli ultimi tempi stava male e le sue condizioni di salute non erano più compatibili con il regime carcerario”, affermano gli avvocati che per ben sette volte presentarono istanze di scarcerazione.

A metà gennaio 2023, le condizioni di Simone Maccarone peggiorarono e l’uomo venne ricoverato all’ospedale di Popoli. Gli venne diagnosticata una pericardite e subito dopo venne riportato in cella. Dopo un nuovo malore venne ricoverato all’ospedale di Pescara. Questa volta venne sottoposto a diverse trasfusioni di sangue e le sue condizioni migliorarono. Dimesso una seconda volta, dopo pochi giorni arrivò il crollo definitivo. L’ultima corsa all’ospedale fu vana. La famiglia non si dà pace e chiede giustizia. Fra qualche giorno il gip di Pescara ufficializzerà le proprie decisioni.