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di Fulvio Fulvi

Avvenire, 28 maggio 2023

Detenuto tenta il suicidio dandosi fuoco. Momenti di grande tensione nella casa Circondariale San Donato di Pescara. Un detenuto di 40 anni, di origini marocchine, contestava un rapporto disciplinare e per questo aveva chiesto più volte di parlare con il comandante della polizia penitenziaria ma, mentre si recava nel reparto semiliberi del carcere, si è dato fuoco. Ora è ricoverato in condizioni gravissime nella divisione grandi ustionati dell’ospedale di Bari, e lotta tra la vita e la morte. L’episodio, avvenuto venerdì, è stato denunciato oggi (sabato 27 maggio) dal segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Donato Capece, il quale ha chiesto, ancora una volta al Dap, “di potenziare il contingente di personale in forza nell’istituto penale pescarese, di dotare gli agenti di idonei dispositivi di protezione individuale e di provvedere a una funzionale ristrutturazione dell’edificio”.

Il responsabile sindacale delle guardie carcerarie aveva effettuato nei giorni scorsi un sopralluogo nel carcere abruzzese insieme alla vice-capo dell’Amministrazione penitenziaria. Lina Di Domenico, rilevando che” a fronte di una popolazione di ben 379 reclusi, il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria consta di sole107 unità, la maggior parte dei quali di rilevante età anagrafica. Tutto ciò comporta - ha specificato Capece - che spesso il personale impiegato giornalmente è molto inferiore a quello realmente occorrente.

La struttura è assai vetusta e necessita di importanti interventi che possano renderla più confortevole e, attraverso una riorganizzazione dei locali, anche più funzionale”. Inoltre, conclude il segretario del Sappe, “il comandante di Reparto assegnato in istituto, anziché essere costantemente presente per guidare i propri uomini nella critica illustrata situazione di cui sopra, sarebbe stato posto in distacco presso il Provveditorato per svolgere mansioni prettamente amministrative e/o di archivio, secondo quello che ci è stato riferito nel corso della visita’’.

Il recluso protagonista del grave gesto di protesta deve scontare una pena definitiva ed era stato ammesso al lavoro esterno. Dopo il ricovero nell’ospedale di Pescara è stato trasferito d’urgenza in eliambulanza nella struttura specializzata del capoluogo pugliese.