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di Amedeo Sicuro

ilpiacenza.it, 12 dicembre 2023

Patrick Zaki a Piacenza per presentare il suo libro. Ospite alla Cgil, ha ripercorso i difficili mesi della carcerazione nel suo Paese e l’aspetto psicologico della prigionia. “È stato il mio modo di resistere: durante le situazioni peggiori, pensavo: un giorno scriverò questa cosa, un giorno denuncerò tutto”. Così Patrick Zaki nella sede piacentina della Cgil per la presentazione del suo libro “Sogni e illusioni di libertà. La mia storia” nel pomeriggio di lunedì 11 dicembre. L’attivista egiziano, grazie a un’iniziativa della Camera del Lavoro - Cgil di Piacenza, Amnesty International e la casa editrice la Nave di Teseo, dopo aver incontrato nel corso della giornata oltre al sindaco Katia Tarasconi, lavoratori e lavoratrici del comparto logistico, alcuni attivisti e scolaresche, ha presentato di fronte a pubblico e giornalisti il libro in cui racconta il periodo di detenzione nelle carceri egiziane, dal 7 febbraio 2020 all’8 dicembre 2021.

L’ex studente dell’Università di Bologna era stato detenuto dal governo del proprio Paese, accusato di diffusione di false notizie attraverso alcuni post pubblicati su Facebook. In questo suo primo libro Zaki ripercorre gli avvenimenti, dal giorno dell’arresto fino al carcere, l’isolamento, le torture, ma anche i sogni e le passioni che lo hanno animato per resistere ogni giorno, senza perdere mai la speranza.

Intervistato da Mattia Motta, Zaki ha risposto alle domande dei giornalisti presenti all’incontro: “Nel libro parlo del “viaggio” di 22 mesi in carcere, è un modo per rappresentare la realtà delle carceri nel mio Paese; mi concentro sugli aspetti psicologici della reclusione, parlando di quanto sia difficile stare rinchiuso, raccontando le sensazioni che ho provato, di ansia e di speranza”. “Ho voluto farmi portavoce dei diritti dei prigionieri politici - ha sottolineato l’attivista - mi sono sentito fortunato rispetto agli altri reclusi nella mia condizione, avendo avuto alle spalle anni di studio sulla materia sapevo benissimo a cosa sarei andato incontro, non è stata una sorpresa essere stato sottoposto a torture psicologiche. Sapevo il motivo per il quale ero stato rinchiuso”.

Poi ha aggiunto: “Mi sono reso conto che dopo essere stato incarcerato, all’esterno della prigione avevo un intero Paese, e non solo, al mio fianco che mi ha dato la forza e la speranza per resistere. Mi sono detto che una volta uscito, io stesso mi sarei dato da fare per appoggiare la causa di chi era sottoposto al mio stesso tipo di trattamento”. Ricordando i momenti più difficili della prigionia, Zaki ha spiegato che sono stati quelli in cui aveva la sensazione di sentirsi solo: “Quando mi sentivo solo avevo paura di perdere il senno; in carcere il nemico principale è il tempo, che ti spinge a porti migliaia di domande e alimenta le tue paure”.

A conclusione dell’incontro Zaki ha voluto sottolineare l’importanza dei giornalisti e di tutte quelle persone che hanno dato spazio e visibilità alla sua storia: “Se non ci fossero stati i giornalisti che hanno sostenuto la mia posizione, facendo conoscere a tutti la mia storia, oggi non sarei qui a parlare con voi”. Il successivo incontro pubblico delle 18 in sala Nelson Mandela, per garantire a tutti la partecipazione, è stato trasmesso anche in diretta streaming sul sito www.collettiva.it e sulla pagina Facebook della Cgil di Piacenza.