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di Angelica Armenio, educatrice, figlia di una persona che è stata detenuta

Ristretti Orizzonti, 3 agosto 2024

Caro Marino, ho letto il tuo articolo su Ristretti Orizzonti e sono rimasta profondamente colpita dalla tua capacità di raccontare esperienze così intense e complesse con una sincerità disarmante e un'attenzione ai dettagli che rende viva ogni parola. Il modo in cui descrivi l'importanza dell'ascolto e delle sezioni aperte è straordinario, perché riesci a trasmettere non solo la cruda realtà della vita in carcere, ma anche i momenti di luce e speranza che ti hanno aiutato a superare i momenti più bui.


Mi ricordo spesso di te e del tuo percorso, e penso a quanto sia stato difficile affrontare certe situazioni. Le tue riflessioni sono un faro di consapevolezza e sensibilità, che illuminano le problematiche spesso invisibili del sistema carcerario. Trovo particolarmente incisiva la tua osservazione su come piccoli gesti di umanità e fiducia, come quelli ricevuti dagli operatori o la possibilità di socializzare nelle sezioni aperte, possano fare la differenza nella vita di chi, come te, si trova a vivere una situazione di profonda difficoltà.
Il tuo racconto sul ritorno in carcere e su come ti sei sentito perso e disperato è toccante. La descrizione del supporto ricevuto dagli operatori e l'effetto benefico dell'ascolto dimostrano quanto sia vitale l'interazione umana per chi si trova in una posizione così vulnerabile. Mi ha colpito in particolare la tua riflessione sulla speranza, quella "fiammella" che ti ha permesso di continuare a lottare e che, grazie all'ascolto e al supporto ricevuto, si è riaccesa in te. Questo messaggio di speranza è un dono prezioso per tutti coloro che si trovano in situazioni difficili.
Anche la tua descrizione della vita nelle sezioni aperte, con le sue libertà limitate ma significative, evidenzia quanto anche piccoli margini di autonomia possano migliorare il benessere e la qualità della vita in carcere. La tua testimonianza sottolinea l'importanza di un trattamento dignitoso e umano per tutti i detenuti, e come questo possa contribuire a prevenire gesti estremi come il suicidio.
Grazie per la tua lucidità e per la forza con cui condividi queste esperienze. Le tue parole sono una risorsa inestimabile per chi lavora nel settore penitenziario, ma anche per tutti noi che desideriamo comprendere meglio e contribuire a un sistema di giustizia più giusto e umano. Ti invio i miei più sentiti complimenti per la tua capacità di analisi e la profondità delle tue riflessioni. Continua a scrivere e a dar voce a queste storie, perché il tuo contributo è fondamentale e ispira molte persone.
Con affetto sincero, Angelica