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cr.piemonte.it, 18 luglio 2023

Investire maggiori risorse per il personale medico e sanitario, in particolare psichiatri e psicologi, e rendere più attrattive tali occupazioni all’interno del carcere. È quanto emerge dopo il sopralluogo della Commissione Sanità del consiglio regionale piemontese, presieduta dai vicepresidenti Andrea Cane e Domenico Rossi, al carcere Lorusso e Cutugno di Torino.

Accompagnati dal garante regionale per i detenuti Bruno Mellano, alla presenza dell’assessora alle Pari opportunità Chiara Caucino, i commissari sono stati accolti dalla direttrice e dalla vicedirettrice della struttura, Elena Lombardi Vallauri e Assuntina Di Rienzo, e hanno avuto modo di confrontarsi con il provveditore dell’amministrazione penitenziaria Rita Russo e con il responsabile del presidio medico dell’Asl Città di Torino nella Casa circondariale Alessandro Franchello.

“Le criticità che caratterizzano il sistema sanitario nazionale sono le stesse che si riscontrano dentro le mura di un carcere. La differenza è che in un ‘mondo chiuso’ le conseguenze sono estremamente più gravi perché i detenuti non hanno alternative - ha spiegato Domenico Rossi. Servono investimenti per superare il sottodimensionamento e il forte turnover del personale a partire dai medici e infermieri, ma anche degli psicologi che si accompagna insieme al sottodimensionamento della polizia penitenziaria; il tema deflagrante del disagio psichiatrico per cui servono al più presto investimenti seri; la necessità di migliorare la comunicazione e la collaborazione tra carcere e rete sanitaria esterna per favorire davvero il reinserimento”.

 “La maggiore criticità, già evidenziata anche in Commissione, è l’ormai radicata mancanza di personale a tutti i livelli: medici, infermieri e Oss - commenta Giorgio Bertola, Consigliere regionale Europa Verde Piemonte. Una carenza che, sommata a quella degli agenti penitenziari e degli educatori, fa sì che gli operatori della sanità si sentano poco tutelati e sicuri. Il turnover molto frequente, causato principalmente da un ambiente lavorativo inadeguato, non dà poi garanzia di continuità nell’erogazione dei servizi”.

Per Francesca Frediani, Consigliere regionale Unione Popolare Piemonte “le criticità ormai strutturali e i tragici eventi suicidari delle scorse settimane, nella sezione maschile e femminile, hanno evidenziato come sia necessario migliorare se non implementare ex novo un meccanismo di interazione e collaborazione con l’esterno, per permettere un reale ed efficace reinserimento nella società. Per molti detenuti, infatti, il fine pena coincide con il rientro in una realtà che non ha in serbo nulla per il futuro e, frequentemente, con il ritorno alla solitudine o a situazioni segnate dal disagio e dalla violenza. Insomma, il tema della psichiatria andrebbe affrontato in modo radicale e, probabilmente, riorganizzando totalmente il sistema, garantendo le cure e le terapie adeguate ai detenuti, ma anche la sicurezza al personale del carcere”.