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di Stefano Lorenzetto

Corriere della Sera, 29 gennaio 2024

Sono nove i Tribunali coinvolti sul territorio piemontese e coprono un bacino di utenza composto da circa 500 comuni e 650 mila abitanti. E ancora: 6 mila i contatti registrati dalla nascita, 3 mila e 500 i cittadini “aiutati”, 4 mila e 350 i servizi offerti (di questi, il 40 per cento riguarda il deposito di atti giudiziari e il 60 per cento indicazioni tecniche e altre richieste).

Sono i numeri che raccontano i 25 Uffici di Prossimità, un servizio gratuito di orientamento e informazione rivolto ai cittadini con l’obiettivo di accorciare la distanza con i Palazzi di giustizia e rendere così il sistema legale un po’ più vicino e familiare. Un progetto pilota che la Regione Piemonte ha sperimentato per prima a partire dal 2019 e che presto potrebbe essere esportato nel resto d’italia.

A sottolineare il pregio di questi Uffici, che vedono impiegati in tutta la regione 80 operatori (che hanno seguito un corso di formazione di 15 mila ore di assistenza sul campo), è stato il presidente della Corte d’appello Edoardo Innocenti Barelli in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario: “Uno strumento che può aiutare a rendere più semplice e lineare il rapporto dei cittadini con il mondo della giustizia, che spesso può apparire distante. Soprattutto dopo l’abolizione delle Preture e la revisione della geografia giudiziaria”. Revisione che nel 2013 ha ridotto il numero dei Tribunali, tagliando quelli minori. Ma che per il presidente non si può più mettere “in discussione con la ventilata riapertura di piccoli uffici che, nel nostro distretto, comporterebbe un ulteriore depauperamento delle già scarse risorse del personale amministrativo”. Ed è in questo contesto che va letta la nascita della rete degli Uffici di Prossimità, capaci di andare in soccorso dei cittadini nell’ambito della cosiddetta “volontaria giurisdizione”: cioè, quelle pratiche che non richiedono il tramite di un avvocato.

“Un progetto di successo e un modello di efficacia - sottolinea il presidente della Regione Alberto Cirio -. Un esempio di buona amministrazione che avvicina i servizi ai cittadini, soprattutto alle fasce deboli, superando la necessità di recarsi negli uffici giudiziari, che spesso sono lontani e di difficile accesso. È un modello replicabile per il quale il Piemonte si candida a proseguire la sperimentazione per rendere il servizio ancora più capillare sul territorio”.

L’iniziativa è promossa dal ministero della Giustizia (nell’ambito del programma operativo Governance, finanziato dal Fondo sociale europeo e dal Fondo europeo di Sviluppo regionale) e il Piemonte è stato scelto come regione pilota per la sperimentazione, con un investimento complessivo di 3 milioni di euro capace di coprire i 54 mesi di attività.

Tecnologia e digitalizzazione sono le chiavi che hanno permesso di delocalizzare all’interno delle sedi comunali alcune attività che prima potevano essere effettuate esclusivamente negli uffici giudiziari: tra le pratiche che si possono attivare ci sono le istanze al giudice tutelare, la richiesta di amministrazione di sostegno, la nomina di un curatore speciale e le autorizzazioni al rilascio di documenti validi per l’espatrio dei minori. I documenti vengono digitalizzati e inviati telematicamente alla cancelleria del Tribunale di riferimento che registra l’istanza e la invia al giudice, il quale emetterà il provvedimento richiesto. E la Regione in questo schema ha il compito di definire il modello organizzativo e procedurale per delineare l’impalcatura per la diffusione degli Uffici di Prossimità, decongestionando così anche il lavoro del personale amministrativo dei Palazzi di giustizia e riducendo code e inutili trasferte per i cittadini.