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La Nazione, 18 agosto 2023

Anche a Pisa le condizioni del carcere “sono drammatiche”. Lo denuncia Ciccio Auletta capogruppo di Diritti in comune, secondo il quale “lo testimoniano i rapporti di Antigone: l’inadeguatezza strutturale è in continuo peggioramento, i problemi di sovraffollamento e la carenza di azioni di inserimento lavorativo sul territorio per le persone detenute fanno del Don Bosco un luogo di negazione dei diritti fondamentali nel quale le rivolte, sempre più frequenti, lasciano solo intuire lo stato in cui sono costretti detenuti e operatori”.

“È urgente - aggiunge il consigliere della sinistra radicale - la realizzazione di una struttura esterna per accogliere i familiari delle persone detenute in attesa dei colloqui: intervento promesso prima dalle amministrazioni di centrosinistra e poi di centrodestra e mai realizzata, ma è necessaria anche la creazione di uno sportello interno per l’accesso ai procedimenti amministrativi comunali da parte dei detenuti, in linea con le indicazioni del garante nazionale.

L’amministrazione comunale deve poi farsi parte attiva nel potenziare i servizi di mediazione sociale, linguistica e culturale, nonché nell’ingresso del mondo produttivo in carcere, attraverso la realizzazione di percorsi professionalizzanti ben strutturati, in collaborazione col centro per l’impiego”. Infine, Auletta sollecita “l’intervento del Comune per garantire l’accesso alle misure alternative alla detenzione attraverso percorsi di inclusione, nella duplice ottica di alleviare il sovraffollamento e offrire concrete opportunità di reinserimento” ma conclude, “l’amministrazione Conti non ha mostrato che disinteresse, così come del resto era avvenuto con le precedenti amministrazioni”.

“Sovraffollamento e gravi carenze edilizie e strutturali” del Don Bosco li denunciano anche la coordinatrice provinciale di Sinistra italiana, Anna Piu e il capogruppo in consiglio comunale del suo partito, Luigi Sofia, definendo la casa circondariale pisana “un luogo di negazione dei diritti fondamentali”. Per questo, aggiungono, “è necessario che anche l’amministrazione comunale intervenga almeno per ciò che è di sua competenza” suggerendo gli stessi interventi proposti da Auletta. Infine, concludono Piu e Sofia, occorre “intervenire nel settore della marginalità sociale, potenziando la rete dei servizi sociali stanziando risorse, questo è ciò che un’amministrazione locale può e deve fare per incidere realmente sulla questione della legalità e quindi sulla questione carceraria”.

Secondo il sindacato di base Cub Pisa mancano interventi strutturali, politiche mirate, a livello nazionale e anche locale, per migliorare le condizioni di vita all’interno delle carceri italiane: “negli anni scorsi a Pisa - ricorda l’organizzazione sindacale - c’erano detenuti che raccontavano di aree cospicue occupate da rifiuti ingombranti dismessi negli anni e mai conferiti alle isole ecologiche (e in tale caso si potrebbe fare molto), non sappiamo se sia ancora cosi ma la burocrazia e il securitarismo sono parenti stretti e alla fine si affronta solo parte del problema pensando che i problemi si riducano al sovraffollamento, ai suicidi senza mai affrontarne le cause.