di Carlo Venturini
La Nazione, 21 febbraio 2023
La manifestazione si è svolta in maniera tranquilla con qualche petardo fatto scoppiare in prossimità del Don Bosco ma alla dovuta distanza di sicurezza. “Contro il 41 bis! Contro ogni galera”. È solo uno dei tanti slogan lanciati da un drappello di una ventina di anarchici che ieri hanno manifestato nei pressi della casa circondariale Don Bosco.
Gli anarchici avevano fatto sapere della loro manifestazione di solidarietà ad Alfredo Cospito in via Mario Canavari, attraverso una serie di volantini affissi in città. La manifestazione si è svolta in maniera tranquilla con qualche petardo fatto scoppiare in prossimità del carcere ma alla dovuta distanza di sicurezza rispetto alla cinta muraria del carcere.
Gli organizzatori sono aderenti al circolo “Garage anarchico” che nacque nel 2010 in Chiassetto Santa Ubaldesca, 44 (zona San Martino). Due furgoni, un megafono ed un banchetto con materiale informativo sulla vicenda Cospito e due casse musicali da cui uscivano canzoni di Manu Chao. “Vogliamo farvi sentire un po’ di musica”: ha gridato al megafono un’attivista e poi ha proseguito rivolta ai detenuti “Voi siete Cospito, Cospito è come voi. No al 41 bis no alle galere”.
Il 24 febbraio la Corte di Cassazione si deve pronunciare sul mantenimento dell’anarchico Cospito al regime del carcere duro riservato a mafiosi e persone accusate di eversione e terrorismo. Da quanto si è potuto apprendere durante la manifestazione, al di là di quanto verrà deciso tra pochi giorni dalla suprema corte, la lotta degli anarchici proseguirà nella direzione dell’abolizione definitiva e per tutti, del 41 bis.
Nel caso in cui la Cassazione decida di mantenere il 41 bis a Cospito che sta facendo lo sciopero della fame da oltre tre mesi, sicuramente il movimento di protesta anarchico cittadino e nazionale tornerà a manifestare sia sul caso del loro compagno che in senso più amplio per l’abolizione di pene detentive “disumanizzanti”. Ed infatti, la manifestazione a Pisa era rivolta anche ai detenuti del Don Bosco che come più volte sottolineato dal garante di diritti dei detenuti per la Regione Toscana vivono in una condizione di sovraffollamento con almeno 50 persone in più rispetto alla capienza prevista.