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di Martina Vacca

La Nazione, 26 aprile 2023

Ieri la visita dei rappresentanti dell’associazione “Nessuno tocchi Caino” la Camera Penale di Pistoia e il parroco di Vicofaro, don Biancalani. I numeri: 49 ospiti su 45 posti regolamentari, 11 semiliberi e tre educatori. Con 49 detenuti su 45 posti regolamentari, più 11 semiliberi, la Casa Circondariale di Pistoia si inserisce tra gli istituti penitenziari meno problematici tra quelli toscani. A confermarlo è stata ieri la visita organizzata dall’Associazione “Nessuno tocchi Caino”, ottava tappa di un tour che sta coinvolgendo tutta la Toscana e che ieri ha visto la presenza dei rappresentanti della Camera Penale di Pistoia, del parroco di Vicofaro, don Massimo Biancalani e dagli avvocati Elena Baldi e Fausto Malucchi. Una tappa che ha coinciso con la Festa della Liberazione, assumendo una valenza ancor più pregnante, come ha spiegato il segretario dell’associazione Sergio D’Elia: “Abbiamo deciso di trascorrere il nostro 25 aprile in carcere - ha spiegato D’Elia - perché vogliamo liberare innanzitutto lo Stato da un istituto anacronistico, il carcere, abbandonato nei fatti per le condizioni di degrado in cui costantemente verifichiamo sono lasciati vivere tanto i detenuti quanti i ‘detenenti’, come chiamava Marco Pannella gli operatori penitenziari”. Ma i numeri e soprattutto le testimonianze dei detenuti hanno dipinto, almeno per il carcere di Santa Caterina in Brana, una situazione ben diversa, dove la priorità viene data al percorso di formazione professionale. “Un punto su tutti - spiega la presidente dell’Associazione, Rita Bernardini - l’investimento fatto sul lavoro dei detenuti. Si tratta di lavori interni, ma che vengono portati avanti con impegno e nell’ottica di costituire le basi del futuro reinserimento in società”. Un carcere che sia al centro della città, non isolato, e che non sia un parcheggio ma una palestra per il rientro nella comunità: sono questi i principi su cui l’associazione si batte da sempre, come hanno spiegato o Sergio D’Elia e Elisabetta Zamparutti, dell’associazione. Ancora qualche dato. Dei detenuti, il 57% ha avuto una condanna definitiva, mentre gli altri sono in attesa di giudizio, e gli italiani sono il 37%.

“Dopo un periodo in cui svolgevano il loro servizio in missione, oggi finalmente il carcere può contare sul lavoro di ben tre educatori, una figura molto importante - ha spiegato la presidente Bernardinia - Altro punto di forza è la guida costante della direttrice Loredana Stefanelli e del Comandante Mario Salsano”. Manca un mediatore culturale fisso, ma al bisogno vengono inviati dall’Asl. Alla visita avrebbe dovuto partecipare anche il sindaco Alessandro Tomasi che ha inviato comunque un messaggio di saluto, essendo impegnato nelle celebrazioni del 25 aprile. “Seppur con alcune criticità - ha spiegato l’avvocato Elena Baldi, consigliere dell’associazione - il carcere di Pistoia si è dimostrato sufficiente quantomeno sotto il profilo del rapporto fra spazi e detenuti”. La Camera penale di Pistoia partecipato all’iniziativa con gli avvocati Daria Bresciani, Lorenzo Cerri e Cristina Gradi in rappresentanza di tutto il direttivo. “Abbiamo riscontrato un clima di sostanziale collaborazione - ha spiegato l’avvocato Bresciani - compatibilmente con le risorse umane ed economiche a disposizione”.