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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 29 luglio 2023

Confermato l’incremento costante degli ingressi in carcere, con il Lazio in prima posizione. Nell’ultimo semestre, il numero di detenuti definitivi è aumentato del 5,6% in Italia e del 10% nel Lazio. Questo aumento è dovuto principalmente alla crescita dei detenuti con pene inferiori a cinque anni. Non solo. Sempre nel primo semestre 2023, il numero di permessi premio erogati è diminuito di 34 unità, passando da 623 a 589. Questo dato evidenzia un’ulteriore chiusura del sistema penitenziario e una maggiore difficoltà per i detenuti di interagire con il mondo esterno. Questo aspetto è cruciale per promuovere il reinserimento sociale dei detenuti e prevenire la recidiva.

Questo è altro ancora si evince dai dati di riepilogo semestrale del Dap sulle dinamiche della popolazione detenuta, grazie ai quali il garante delle persone private della libertà Stefano Anastasìa ha potuto evidenziare le problematiche emerse.

Appare evidente, che nel primo semestre del 2023 si è registrato un consolidamento dell’incremento costante degli ingressi in carcere, con una crescita più marcata nel Lazio rispetto al resto del Paese. Il trend di crescita della popolazione detenuta è continuato per circa un anno e mezzo. Questa dinamica è in gran parte attribuibile all’aumento degli ingressi in carcere, con un incremento dello 0,8% in Italia e del 2,4% nel Lazio nell’ultimo semestre preso in esame. È importante notare che i numeri attuali sono ancora inferiori a quelli registrati prima dell’inizio della pandemia. Nel secondo semestre del 2019, gli ingressi in carcere in Italia erano stati oltre 22.000, mentre nel primo semestre del 2023 sono stati poco meno di 20.000.

Nell’intero Paese, nel semestre considerato, il maggiore incremento riguarda i detenuti definitivi (+ 5,6%), con una prevalenza di coloro che devono scontare pene inferiori a 5 anni (+ 7,1%). Al contrario, si è registrata una diminuzione del 5,8% nel numero di persone in attesa di giudizio. Nel Lazio, le dinamiche di crescita sono risultate ancora più intense, con un aumento del 10% dei detenuti con pene inferiori a 5 anni e una crescita del 7,6% per coloro che devono scontare condanne di maggiore entità. Anche nel Lazio, si è verificata una diminuzione delle persone detenute in attesa di giudizio (- 6,5%).

Riguardo alle persone che hanno meno di due anni di pena residua, il loro numero è aumentato del 4,2% negli istituti penitenziari di tutta Italia, mentre nel Lazio si è registrato un incremento ancora più consistente, pari al 10,4%. Purtroppo le azioni messe in atto dalla magistratura di sorveglianza durante il periodo pandemico, che avevano ridotto significativamente il numero di persone con meno di due anni dalla fine della pena, non hanno avuto un impatto duraturo, e molte di queste persone si trovano ancora in attesa di accesso a misure alternative alla detenzione.

I dati relativi alla distribuzione per età dei detenuti negli istituti penitenziari confermano una costante tendenza all’invecchiamento della popolazione detenuta. Tra il giugno 2018 e il giugno 2023, l’età media dei detenuti in Italia è aumentata da 38 a 40 anni e due mesi, mentre nel Lazio è passata da 37 e tre mesi a 40 e 4 mesi. Segno della progressiva cronicizzazione della condizione di reclusione e di marginalità delle persone coinvolte nel sistema penitenziario.