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di Claudio Del Frate

Corriere della Sera, 17 agosto 2024

Il provvedimento che a settembre approderà in aula introduce una serie di nuovi reati e aggravanti. Norme securitarie in contrasto con il “garantismo” del ddl Nordio. Due anni di carcere agli ambientalisti che occupano le strade; aggravanti se l’oggetto della protesta è il Ponte di Messina. Fino a sette anni di reclusione per chi occupa alloggi altrui. La castrazione chimica per gli stupratori invece no, è stata giudicata eccessiva. Il ddl sicurezza, che a settembre approderà in aula introduce una serie di nuovi reati che rischiano di aprire le porte delle carceri (già sovraffollate di loro) a molte persone. Il provvedimento - di forte impronta securitaria - ha già ottenuto il via libera dalle commissioni giustizia e affari costituzionali e potrebbe diventare realtà poche settimane dopo che la medesima maggioranza, approvando il decreto Nordio, ha introdotto una serie di norme di stampo opposto, fortemente garantiste.

La norma anti Gandhi - Tra le nuove fattispecie di reato spicca quella che colpisce i gruppi di persone che occupano strade o linee ferroviarie in segno di protesta: su di loro rischia di piovere il carcere da sei mesi a due anni. La norma arriva dritta dagli episodi che hanno punteggiato la cronaca degli ultimi anni, quando sit in ambientalisti hanno interrotto la circolazione stradale o ferroviaria scatenando l’irta di automobilisti o pendolari. Che tali proteste abbiamo avuto carattere passivo e non violento è dettaglio che il legislatore non prende in considerazione tanto che la norma è stata ironicamente battezzata “anti Gandhi”.

Le punizioni “sartoriali” - Altra norma “sartoriale”, tagliata su misura per reprimere proteste particolarmente invise, colpisce chi protesta per impedire “la realizzazione di un’opera pubblica o di una infrastruttura strategica”. In questo caso il disegno di legge non introduce un reato specifico ma una sola aggravante. Difficile non pensare alle proteste (all’orizzonte) contro il ponte di Messina o a quelle (già realtà conclamata) contro la Tav Torino-Lione. ma nel perimetro della nuova sanzione potrebbero ricadere centrali elettriche, discariche, autostrade, infrastrutture di ogni tipo.

Contro le case occupate - Norma che potremmo rinominare “anti Salis” è quella che inasprisce le pene per chi occupa immobili di proprietà altrui. Il gesto già oggi punito dalla legge ma che con il ddl sicurezza rischia di essere pagato con una pena tra i due e i sette anni di carcere. Sono previste anche procedure accelerate per consentire al legittimo proprietario di rientrare in possesso in tempi rapidi dell’immobile.

Contro le proteste in carcere - Il disagio nelle carceri è drammaticamente testimoniato dai 64 detenuti che dall’inizio dell’anno si sono tolti la vita. Ma l’orientamento del ddl sicurezza è di attuare un giro di vite nella disciplina che vige dietro le sbarre. Viene infatti prevista un’aggravante al delitto di istigazione alla disobbedienza alle leggi, quando il fatto è commesso all’interno di un istituto penitenziario o quando la condotta si realizza a mezzo di scritti o comunicazioni dirette a persone detenute. La sanzione viene estesa anche ai cpr che accolgono gli immigrati. Anche la semplice “resistenza passiva” agli ordini della polizia penitenziaria rientrerebbe in questo ambito.

Cannabis light illegale - Se il provvedimento verrà approvato diventerà illegale anche vendere la cosiddetta “cannabis light”, vale a dire i prodotti derivati dalla canapa che contengono una percentuale di thc (principio attivo) al di sotto di quello in grado di produrre effetti psicotropi. La norma costringerebbe alla chiusura centinaia di negozi che vendono cannabis light e altrettante aziende che la producono.

Contro le borseggiatrici - Altro capitolo “securitario” del ddl sicurezza è quello che cancella il divieto di portare in carcere le donne in gravidanza o con figli minori di un anno. Anche in questo caso si tratta di una norma tagliata su un obiettivo ben preciso: colpire le borseggiatrici che spesso si fanno scudo del fatto di essere incinte o di essere accompagnate da figli piccolissimi per evitare il carcere.

I reati e i divieti accantonati - L’infornata di nuovi divieti e reati avrebbe potuto essere ancor più robusta ma una serie di richieste - che arrivavano principalmente dalla Lega - sono state scartate in partenza perché ritenute in contrasto con la Costituzione o estranee all’oggetto della legge. Non sarà reato, perciò, la semplice esposizione del simbolo della marijuana, nelle moschee non sarà introdotto l’obbligo dei sermoni in italiano e non verrà introdotta la possibilità della castrazione chimica per i condannati per stupro.