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di Giacomo Losi

Il Dubbio, 14 dicembre 2023

“Noi teniamo in carcere 60mila persone. La nostra Costituzione parla della funzione riabilitativa della detenzione ma questo non avviene. Lo Stato investe risorse, non riabilita e il risultato è che quando queste persone escono, cadono in grandissima percentuale negli stessi errori del passato, se non in errori più pesanti. È la recidiva. Il bilancio tra costi pubblici della detenzione e benefici è drammaticamente svantaggioso. Si potrebbe dire che è un grande investimento per la criminalità”. Lo afferma il presidente del Cnel, Renato Brunetta, nel suo intervento al convegno “Tecnologia solidale”, in corso a Villa Lubin e promosso dalla Fondazione Pensiero Solido, presieduta da Antonio Palmieri.

“Nelle carceri italiane bisogna invertire la tendenza, cercando di non far perdere tutti, come accade oggi. Si può fare ma bisogna fare sistema. Abbiamo un potenziale enorme di offerta di servizi ma non abbiamo le strutture per fruire di questa offerta. Serve dunque ragionare in termini di rete, per fare formazione per i detenuti per tutti e 190 gli istituti e non solo per alcuni, per offrire lavoro”.

“Il Cnel - ha proseguito - ha cominciato a chiedere a tutti gli attori, a mondi diversi come quello delle imprese, del volontariato, ai sindacati, cosa facessero per le carceri, per fare in modo che non ci sia nessuna chiusura rispetto alla domanda. Si può fare quasi tutto con la legislazione vigente, senza alibi. Dai dati sulla recidiva dei detenuti che hanno fatto formazione in carcere emerge che il risultato di tutto questo è la recidiva tendente a zero. E questo deve essere il nostro obiettivo: recidiva zero. Se ci riusciamo - ha concluso - abbiamo fatto una cosa buona per il Paese”.