di Michele Serra
La Repubblica, 16 novembre 2019
Ieri mattina Radio Anch'io (trasmissione riflessiva che si suppone richiami un pubblico riflessivo) ha dato atto di molti messaggi ostili alla sentenza Cucchi. Italiani convinti che la vita di un tossico non meriti tutta questa attenzione; che la sorella Ilaria fosse in cerca di visibilità attraverso le sue "comparsate televisive"; che l'onore dell'Arma si dovesse difendere con il silenzio. Eccetera.
Non facciamoci illusioni. L'Italia che ha emesso quella sentenza, ristabilendo che l'onore dello Stato sta anche, se non soprattutto, nella tutela dei deboli e dei vinti, è un'Italia assediata. L'idea che Cucchi se la sia andata a cercare, quella barbara morte per pestaggio, è un'idea popolare.
Popolare è l'orribile espressione "butta via la chiave", popolari i modi bruschi, popolari le soluzioni spicce. Impopolari sono i diritti dei carcerati, impopolare è l'habeas corpus, impopolari tutte quelle leggi che non possano essere capite solo come punizione e come privazione. Popolare è il bastone. Impopolare è la pietà, quando non sia comoda da esercitare. Non che le cose siano particolarmente peggiorate, da questo punto di vista.
Fino a qualche anno fa i partiti di massa, Pci e Dc in primo luogo, facevano argine a questi umori facili e violenti. Ma questi umori c'erano, eccome. Ora sono tracimati e scorrono liberi, per la gioia di chi da quella piena si sente sospinto verso il potere. Se vi sentite minoranza, consolatevi: lo siete sempre stati. Solo che adesso è più evidente di prima. Le battaglie di minoranza, comunque, sono - da sempre - le più belle.